“Chiarire le procedure di acquisto delle Asl per i dispositivi medici destinati a persone disabili”.
La domanda alla giunta regionale è formulata da Nicola Marcello (FdI), il quale, citando un’analisi di Confindustria, sottolinea come “l’80 per cento dei dispositivi messi a gara in Emilia-Romagna tra il 2020 e il 2023 non sia poi stato concretamente richiesto dalle aziende sanitarie perché non corrispondente ai reali fabbisogni”.
Più in dettaglio, Marcello specifica che “delle 9.741 carrozzine leggere messe a gara, solo 2.973 sono state effettivamente ordinate, mentre per quanto riguarda i passeggini riducibili, sui 264 oggetto di gara ne sono stati acquistati solamente 9, per gli uniciclo siamo a 3 acquisti su un bando per 51, mentre sono 17 su 100 i moltiplicatori di spinta oggetto di ordine reale”.
Per Marcello i numeri sono particolarmente esplicativi ed “evidenziano una insufficiente mappatura dei bisogni. Così facendo, le aziende produttrici sono costrette ad affrontare investimenti ingenti per garantire disponibilità di prodotti come previsto dai contratti di gara, ma i mancati ordini generano evidenti inefficienze economiche e gestionali”.
Dalla situazione descritta il consigliere trae il proprio atto ispettivo dove sottolinea il rischio concreto “vengano proposti prodotti di qualità inferiore o che le aziende qualificate scelgano di non partecipare alle procedure di gara” e da qui la sollecitazione a superare queste anomalie gestionali a tutela in primis dei disabili che fanno uso di tali ausili.
Rispondendo alle domande poste, l’assessore alle Politiche per la salute Massimo Fabi ha confermato la complessità del tema posto. “Dopo interlocuzione con Intercenter, spiega Fabi, sono però emersi dati di tutt’altro tenore. Degli undici lotti messi a gara non solo non sono state trovate discrepanze, ma per sette lotti è stato necessario addirittura aumentare i quantitativi richiesti inizialmente mentre solo un bando ha fatto registrare delle discrepanze intorno ai due milioni di euro”.
Per Fabi all’origine di questi risultati c’è lo strumento dell’accordo quadro “secondo cui le Ausl possono rivolgersi ad uno o più operatori per l’identificazione del dispositivo più adatto ai bisogni del paziente. In questo modo si può offrire il migliore ausilio possibile al paziente senza cristallizzare le quote per singolo operatore economico. Un meccanismo trasparente e flessibile che consente di soddisfare bisogni complessi o altamente differenziati senza penalizzare gli operatori economici”.
Marcello si è infine dichiarato parzialmente soddisfatto delle risposte ottenute. “I dati che ho riportato -conclude il consigliere- provengono da fonti estremamente autorevoli e affidabili e per questo continuerò a vigilare, anche perché sul tema i problemi sono innumerevoli e si va dai tempi di consegna degli ausili alla scarsa disponibilità degli stessi, così come sono scarse le disponibilità e i fondi per dispositivi robotici complessi”.
(Luca Boccaletti)



