COMUNICATO
Sanità e welfare

Sanità. Marcello (FdI): “Valutare l’utilizzo dei dispositivi endoscopici monouso nei contesti clinici ad alto rischio infettivo”

L’assessore Fabi ha detto che allo stato attuale non emergono elementi che giustifichino una revisione delle politiche regionali, salvo future nuove evidenze scientifiche

Valutare l’utilizzo dei dispositivi endoscopici monouso nei contesti clinici ad alto rischio infettivo. Nicola Marcello (FdI) interpella la Regione per sapere se intenda valutare un utilizzo mirato e appropriato dei dispositivi endoscopici monouso nei contesti clinici ad alto rischio infettivo e in strutture selezionate.

“Negli ultimi anni, l’evoluzione tecnologica ha portato allo sviluppo di dispositivi endoscopici flessibili monouso, impiegabili in diversi ambiti specialistici, tra cui broncoscopia, colonscopia e cistoscopia – spiega il consigliere -. Questi strumenti eliminano il rischio di contaminazione tra pazienti, non richiedono riprocessamento e risultano immediatamente disponibili, riducendo i tempi di inattività dovuti a manutenzioni o alla carenza di dispositivi”.

Marcello ricorda che la Regione Emilia-Romagna ha istituito il Sistema regionale dei dispositivi medici e la relativa Commissione Regionale Dispositivi Medici (CRDM), con funzioni di valutazione costo-efficacia, raccomandazioni d’uso e uniformità regionale nelle politiche sui dispositivi medici.

“Nel dicembre 2023 la CRDM ha pubblicato un Position Statement sul Colangiopancreatografia Retrograda Endoscopica (ERCP) e prevenzione delle infezioni correlate all’assistenza, raccomandando di non utilizzare routinariamente endoscopi monouso, riservandoli solo a casi clinici selezionati ad alto rischio. Questo approccio regionale – continua il consigliere – ha portato alla sostanziale esclusione dei dispositivi medici monouso dall’utilizzo corrente, senza una piena valutazione delle evidenze scientifiche più recenti e degli studi economici disponibili”.

Mentre l’esponete di FdI sottolinea come l’impiego di endoscopi monouso può contribuire in modo significativo alla riduzione del rischio infettivo, soprattutto nei pazienti immunocompromessi, trapiantati o con gravi comorbidità, e rappresenta una soluzione che merita attenta valutazione anche sotto il profilo della sostenibilità economica.

Inoltre, “I dispositivi monouso agevolano la procedura da parte degli operatori endoscopisti in qualunque campo per il peso di essi stessi che si aggira da un mezzo ad un terzo dei dispositivi pluriuso tradizionali con un significativo impatto nella riduzione della ‘fatica professionale’ giornaliera e delle eventuali malattie professionali degli arti superiori nel lungo periodo”, specifica il consigliere, che interpella la Giunta per sapere se intenda valutare un utilizzo mirato e appropriato dei dispositivi endoscopici monouso nei contesti clinici ad alto rischio infettivo, affiancandoli ai pluriuso, anche al fine di ridurre le infezioni correlate all’assistenza e se non ritenga opportuno predisporre, tramite la Commissione Regionale Dispositivi Medici, una valutazione HTA aggiornata che includa gli studi economici e ambientali più recenti relativi ai dispositivi monouso.

“Massima è l’attenzione alla prevenzione e al controllo del rischio infettivo, non solo all’interno degli ospedali, ma anche in tutte le strutture di cura, nonché all’uso appropriato dei dispositivi medici in ambito endoscopico. – ha detto l’Assessore alle Politiche per la salute, Massimo Fabi – A partire dal 2022, l’area del governo del farmaco e dei dispositivi medici, in stretta collaborazione con l’area prevenzione delle infezioni correlate all’assistenza, e sotto il coordinamento della Commissione regionale dei dispositivi medici, ha redatto otto documenti inerenti l’utilizzo degli strumenti endoscopici, e questi documenti sono pubblici e consultabili sul portale della Regione. Alla luce del quadro conoscitivo, che non è univoco, non emergono allo stato attuale elementi che giustifichino una revisione delle Politiche regionali, salvo future nuove evidenze o eventuali segnalazioni di tali tecnologie in senso prioritario a livello regionale”.

“Penso che questa Regione non lo possa escludere, ritengo che potrebbe essere il futuro. – ha replicato Marcello – Il tempo di riprocessamento di uno strumento richiede una sterilizzazione, richiede il personale, richiedere procedure particolari che questa Regione ha anche definito attraverso le linee guida, come lei diceva. L’utilizzo in certi ambiti di strumenti monouso, a mio giudizio, potrebbe rappresentare anche un valido aiuto all’accorciamento delle liste d’attesa”.

(Giorgia Tisselli)

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