“Come ci si deve comportare, in caso un tampone indichi una positività al Covid, qualora la persona (uscita dopo il 21° giorno dalla quarantena) debba lavorare a contatto con altre persone e quale potere decisionale ha un datore di lavoro in quel caso e quali scelte può fare”.
Sono le domande poste alla Giunta dal consigliere Daniele Marchetti (Lega) in un’interrogazione firmata dall’intero gruppo del Carroccio.
Lo scorso lunedì, scrive Marchetti, è scaduta l’ordinanza del presidente Stefano Bonaccini che metteva in zona rossa la Città metropolitana di Bologna e la provincia di Modena. “Cade così l’obbligo- afferma il consigliere- di avere un tampone negativo per concludere la quarantena: al ventunesimo giorno di isolamento, insomma, basterà l’assenza di sintomi da una settimana”. L’obbligo era stato introdotto “in via precauzionale”, ma il ministero non ha mai modificato le indicazioni iniziali.
Secondo Marchetti, ci sono dubbi che potrebbero generare confusione. “Può capitare- conclude il consigliere- per molteplici motivi che una persona si sottoponga o venga sottoposta a tampone e a quel punto potrebbe risultare ancora positivo. Il caso è da evidenziarsi soprattutto negli ambienti lavorativi dove i datori di lavoro spesso fanno screening ai propri dipendenti”.
L’atto ispettivo è stato firmato anche da: Michele Facci, Matteo Montevecchi, Massimiliano Pompignoli, Maura Catellani, Simone Pelloni, Fabio Rainieri, Valentina Stragliati, Emiliano Occhi, Fabio Bergamini, Andrea Liverani, Gabriele Delmonte, Stefano Bargi e Matteo Rancan.
(Gianfranco Salvatori)