COMUNICATO
Sanità e welfare

Sanità. Marchetti (Ln): Standard internazionale un infermiere ogni 6 pazienti, è così anche qui?

Il parametro è stabilito dalla ricerca Registered Nurse forecasting (RN4CAST). Il consigliere interroga e ricorda il rapporto a Imola di 4 a 66. Portare i livelli minimi dei requisiti ai valori proposti dalla ricerca”

Lo studio Registered Nurse forecasting (RN4CAST) in Europe indica come ideale per garantire una ottimale assistenza infermieristica un rapporto infermiere/paziente nei reparti ospedalieri di 1 a 6. Eppure “a Imola, per fare un esempio, il reparto di Medicina vedrebbe nel turno di notte un rapporto di 4 a 66 con la totale assenza del personale di supporto (Oss)”. A portare l’attenzione sulla ricerca internazionale, che ha coinvolto in Europa 12 paesi, è Daniele Marchetti della Lega nord, che con un’interrogazione chiede alla giunta di verificare “quali incongruità si riscontrano tra le indicazioni della ricerca e i requisiti previsti per l’accreditamento per le funzioni di Medicina Generale” e di “portare i livelli minimi dei requisiti ai valori proposti dalla ricerca”.

Lo studio è stato portato avanti in paesi come Belgio, Inghilterra, Finlandia, Germania, Grecia, Irlanda, Norvegia, Polonia, Spagna, Svezia, Svizzera e Olanda, più Usa, Cina e Sudafrica. In Italia sono stati coinvolte 13 regioni, 30 aziende sanitarie e ospedaliere per un totale di 40 ospedali, circa 3.700 infermieri e 3.700 pazienti per indagare aspetti relativi a staffing (composizione dello staff infermieristico e rapporto infermieri/persone assistite), cure mancate, safety/sicurezza, burn out, ambiente di lavoro, soddisfazione del paziente e qualità delle cure. Per quanto riguarda la composizione dello staff infermieristico- si legge nell’atto ispettivo- è stato evidenziato come la letteratura internazionale indichi come ideale per garantire una ottimale assistenza infermieristica un rapporto infermiere/paziente nei reparti ospedalieri di 1 a 6. Gli studi avrebbero dimostrato come un aumento di questo rapporto, aggiungendo anche solo un paziente a ogni infermiere (1 a 7) aumenti del 6% la mortalità e del 23% le cure mancate.

“Nell’attuale fase storica- sottolinea il consigliere Ln- l’enfasi posta sulla sicurezza delle cure richiede la sfida della concretezza. Portare avanti tale sfida implica la diffusione della cultura della valutazione e implica un sistematico lavoro di misurazione, per comprendere l’impatto dell’assistenza infermieristica sulla qualità delle cure, condividendo metodi e strumenti con coloro che hanno già raccolto la sfida della concretezza”. Per questo l’esponente del Carroccio interroga la giunta per sapere quale giudizio dia dello studio Registered Nurse forecasting (RN4CAST) e in che modo la Regione abbia partecipato alla ricerca. Chiede inoltre “quali incongruità si riscontrino tra le indicazioni della ricerca e i requisiti previsti per l’accreditamento per le funzioni di Medicina Generale e se vi sia l’intenzione di portare i livelli minimi dei requisiti ai valori proposti dalla ricerca”.

(Giulia Paltrinieri)

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