COMUNICATO
Sanità e welfare

Sanità Modena. Via la borsa di studio per incompatibilità con servizio, Galli (Fi) chiede reintegro medico a corso formazione

“Determina regionale troppo punitiva, la legge non è chiara”, dice l’azzurro che precisa: turni del professionista solo di guardia medica nei week end e non sovrapposti al corso.

Annullare la determina regionale che stabilisce l’espulsione del dottor F.C. dal corso di formazione in medicina generale, con la conseguente impossibilità di conseguire il diploma e di iscriversi alle graduatorie. Lo chiede Andrea Galli (Forza Italia) in un’interogazione alla Giunta sottolineando anche il fatto che la normativa di riferimento non risulta univoca e chiara.

La determina risalente al 2015, spiega Galli, contestava il fatto che il dottor F.C., iscritto al corso di formazione di medicina generale, avesse stipulato nel 2014 un contratto di collaborazione libero professionale con l’Ospedale di Sassuolo come medico del Pronto Soccorso di medicina d’urgenza violando, a proprio parere, il decreto nazionale che stabilirebbe l’incompatibilità del servizio con la borsa di studio per il corso. La determina richiede, oltre alla restituzione della borsa di studio pari ad euro 34.600, anche l’espulsione del medico.

Ma, sottolinea il consigliere, l’incompatibilità verrebbe rilevata solo nel caso in cui il lavoro al Pronto Soccorso risultasse in conflitto con il raggiungimento degli obiettivi del corso di medicina generale– circostanza che non pare essersi verificata in questo caso specifico. Infatti, sottolinea Galli, i turni di lavoro del dottor F.C. erano “esclusivamente di sabato, di domenica, di notte o nei giorni festivi con orari analoghi a quelli della continuità assistenziale in modo da non interferire con la regolare frequenza del corso”. Si tratterebbe quindi di un caso già contemplato nella legge, soprattutto “quando vi è poca disponibilità di medici già iscritti negli elenchi della guardia medica notturna e festiva e della guardia medica turistica”. 

Per questo Galli, a fronte dell’ambiguità di interpretazione della legge, chiede che venga annullata perlomeno la richiesta di espulsione del dottore, valutando solo la restituzione della borsa di studio. Infine il consigliere domanda alla Regione se non ritenga che il provvedimento adottato “sia troppo punitivo nei confronti di un professionista che nei fatti ha svolto il proprio lavoro correttamente senza interferire con il normale svolgimento del corso, peraltro concluso con ottimi risultati”, considerando anche “la situazione di grave criticità e sofferenza in cui versa il Servizio Sanitario regionale per la mancanza di medici di famiglia”.

(Francesca Mezzadri)

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