Risolvere i disservizi in sanità in provincia di Piacenza e trovare soluzioni per chi, in primo luogo gli anziani, non riesce a utilizzare le nuove tecnologie per collegarsi al sistema medico.
A chiederlo, in un’interrogazione, è Giancarlo Tagliaferri (Fdi) che ricorda come “prima, pur con sacrifici e aperture ridotte, erano in due. Ora nessuno. La carestia dei camici bianchi arriva anche a Coli paese, un territorio a 700 metri d’altitudine in provincia di Piacenza, dove già i residenti devono fare i conti con l’assenza in molte zone della copertura telefonica mobile (c’è un progetto per l’antenna, già finanziato, ma da mesi non si vede lo start) e di un minimo servizio bar in piazza (tradotto: una luce accesa nelle sere d’inverno), anche se per fortuna resistono la bottega e i ristoranti sparsi nei dintorni, veri servizi sociali, di quelli per cui da anni si promette a turno invano una tassazione agevolata”.
Tagliaferri sottolinea come “al momento i medici di medicina generale (medici di famiglia) in Alta Valtrebbia sono, uno con ambulatorio a Ottone, Marsaglia, Bobbio. Un altro a Bobbio; un altro ancora a Marsaglia, Bobbio e Cerignale (a Cerignale l’ambulatorio resiste ancora al martedì), due a Perino e Travo. Il tetto massimo previsto di mutuati è di 1.500, ma ad esempio c’è chi ha scelto di poterne avere 1.300. Inoltre che in tutta la Valtrebbia, da Rivergaro a Ottone, c’è un solo pediatra, che tiene aperti tre ambulatori per garantire servizio”.
Da qui l’atto ispettivo per sapere dalla Regione “come intenda risolvere i problemi emersi e come intenda aiutare gli anziani e tutti coloro che, anche a causa di deficit strutturali del territorio e ritardi nelle infrastrutture telematiche, non riescono a usare le tecnologie per collegarsi al sistema medico-sanitario”.
(Luca Molinari)