COMUNICATO
Sanità e welfare

Sanità. Punti nascita, Zoffoli e altri dieci dem-Si-Prodi: Regione assicuri presenza in montagna/ foto

Risoluzione chiede alla Giunta “di prevedere nel nuovo Patto per la salute la salvaguardia dei punti nascita nelle zone disagiate”

Assicurare la presenza di punti nascita nelle zone disagiate, “con particolare riferimento a quelle di montagna”, per salvaguardare tutela e sicurezza per la salute delle madri e dei nascituri al momento del parto. Partito Democratico, Sinistra Italiana e Silvia Prodi (Gruppo Misto), lo chiedono alla Giunta tramite una risoluzione, primo firmatario Paolo Zoffoli (Pd), che impegna l’esecutivo regionale “a proseguire, nell’ambito della Conferenza Stato-Regioni, il confronto con il ministero della Salute per rivedere, nell’ambito del nuovo Patto per la salute che sarà completato entro marzo, l’accordo Stato-Regioni del 2010, contemperando le comprensibili esigenze dei territori e delle comunità”. Nell’atto di indirizzo i consiglieri chiedono anche alla Regione di “mantenere tempestivamente informata la Commissione assembleare competente riguardo gli sviluppi e gli esiti del confronto”.

Il decreto del ministro della Salute dell’11 novembre 2015- scrivono i consiglieri nell’atto di indirizzo- prevede che il Comitato Percorso Nascita Nazionale esprima un motivato parere su eventuali richieste di mantenere in attività Punti nascita con meno di 500 parti annui e in condizioni orografiche difficili, in deroga a quanto previsto dall’accordo Stato-Regioni del 16 dicembre 2010″. La Regione ha presentato la richiesta di deroga, fornendo tutte le informazioni richieste, inclusa l’indicazione delle distanze e dei tempi di percorrenza, “e il Comitato Nazionale ha considerato essenzialmente, anche se non esclusivamente, il trend delle nascite e i criteri di disagio orografico definiti per garantire la sicurezza, con l’obiettivo di un bilanciamento tra il rischio legato alle distanze da percorrere e il rischio collegato alla ridotta capacità di affrontare condizioni complesse e situazioni di emergenza in un Punto nascita con volumi molto ridotti”.

Il Comitato nazionale- continuano- “ha fatto una valutazione autonoma georeferenziata delle distanze verso i Punti nascita alternativi e limitrofi, tenendo anche conto delle condizioni stradali e meteorologiche che possono giocare un ruolo importante nell’allungare i tempi di percorrenza, indicando la sospensione dell’attività di assistenza al parto per tre Punti nascita in area montana”. E nell’Assemblea legislativa dello scorso 19 giugno, “l’assessore alla Sanità Venturi ha affermato che qualora il ministero della Salute proponesse una ridiscussione dell’accordo Stato-Regioni del 2010, la Regione sarebbe stata disponibile a un confronto attraverso la Conferenza Unificata, chiedendo poi un incontro al Sottosegretario alla Salute per discutere un’eventuale revisione del citato accordo del 2010 da condurre nell’ambito del nuovo Patto per la Salute”.

E, in sede di Conferenza, concludono i consiglieri- “è stato possibile aprire un confronto sui parametri dell’accordo. Ma, in assenza di questo, la Regione Emilia-Romagna, al pari di altre, ha chiesto la deroga al ministero della Salute, a seguito della quale ha tenuto aperti i Punti Nascita per i quali la risposta è stata positiva ed ha sospeso l’assistenza al parto negli altri. E le modifiche all’intesa dell’accordo sono possibili solo se vengono rivisti i parametri relativi ai Punti nascita”.

Oltre che da Paolo Zoffoli, la risoluzione è stata sottoscritta da: Yuri Torri, Igor Taruffi, Silvia Prodi, Roberta Mori, Enrico Campedelli, Luciana Serri, Giuseppe Boschini, Roberto Poli, Manuela Rontini, Gian Luigi Molinari, Barbara Lori, Alessandro Cardinali, Massimo Iotti. 

(Stefano Chiarelli)

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