Con un’interrogazione, Nadia Rossi (Pd) vuole sapere dal governo regionale “se confermi la possibilità che il servizio di pronto intervento dell’ospedale di Cattolica sia limitato al solo orario diurno e, in tal caso, se abbia intenzione, di concerto con l’Ausl Romagna, di attivarsi per evitarlo”.
La consigliera chiede poi allo stesso esecutivo di “sollecitare a livello nazionale soluzioni in risposta alla cronica mancanza di professionisti e personale sanitario negli ospedali della regione”.
“In Emilia-Romagna e più in generale sul territorio nazionale- spiega la dem- si riscontra da tempo una preoccupante carenza di personale medico e sanitario, soprattutto all’interno dei punti di primo intervento e dei centri di pronto soccorso, acuita dall’arrivo della pandemia da Covid (a titolo esemplificativo, come sottolineato dalla direttrice dell’unità operativa di pronto soccorso e medicina d’urgenza di Rimini, Tiziana Perin, nelle strutture sanitarie di Rimini e Novafeltria servirebbero 61 medici, mentre l’organico può contare da anni solo su 40 professionisti costretti a turni di lavoro massacranti)”. A risentire delle conseguenze di questa carenza, rimarca, “è l’intera cittadinanza, che rileva difficoltà nell’accedere ai servizi di emergenza, nel prenotare o ricevere visite specialistiche ed esami diagnostici in tempi rapidi”. Durante la fase più acuta dell’emergenza sanitaria, prosegue, “diversi punti di primo intervento nel territorio dell’Ausl Romagna sono stati temporaneamente chiusi per favorire la concentrazione della forza-lavoro nelle sedi ospedaliere che dovevano sopportare un maggior peso di ricoveri, tra questi anche il primo intervento dell’ospedale Franchini di Santarcangelo di Romagna (che per l’assenza di personale medico non ha mai visto un ripristino delle sue attività a tempo pieno)”.
Dopo Santarcangelo di Romagna, Rossi affronta il tema centrale citando notizie di stampa: “Si parla di una possibile limitazione al solo orario diurno anche del servizio di pronto intervento dell’ospedale Cervesi di Cattolica”. Se così fosse, evidenzia, “per Cattolica e per tutta la zona di Rimini sud e la Valconca le strutture di riferimento per le emergenze diventerebbero quelle di Riccione e Rimini”. Tale notizia, conclude, “ha provocato grande dibattito fra gli esponenti politici locali, che hanno segnalato difficoltà già evidenti riguardo al corretto funzionamento della struttura di Cattolica a causa della carenza di medici, nonché la manifestata preoccupazione da parte dei comitati cittadini, allarmati per un possibile ridimensionamento dei servizi dell’ospedale nel prossimo futuro”.
(Cristian Casali)