Sostenere campagne di sensibilizzazione, monitorare e implementare percorsi diagnostico-terapeutici assistenziali appropriati e tempestivi e valutare la possibilità di introdurre nei livelli essenziali di assistenza l’esenzione per le terapie ormonali negli stadi già riconosciuti della malattia.
Sono le proposte principali della risoluzione sull’endometriosi a prima firma Francesca Maletti (Pd) e sottoscritta anche dai consiglieri Maura Catellani, Gabriele Delmonte, Valentina Stragliati (Lega), Roberta Mori, Ottavia Soncini, Lia Montalti, Francesca Marchetti (Pd) Federico Amico (ER Coraggiosa), Stefania Bondavalli (Lista Bonaccini), Marta Evangelisti (FdI), Silvia Piccinini (M5S), Silvia Zamboni (Europa Verde), Valentina Castaldini (FI), Marco Mastacchi (Rete Civica).
Con questo atto di indirizzo viene proposto “uno studio sulla salute della donna non più circoscritto alle patologie esclusivamente femminili, ma si articola con uno sguardo ampio e integrato alla centralità della persona e ad una sostanziale personalizzazione delle terapie per ottenere risultati più efficaci e duraturi”.
Per combattere quindi un disturbo femminile alquanto doloroso originato da una migrazione di tessuto endometriale (generalmente presente nell’utero) in aree diverse dalla sua sede fisiologica, ci si rifà quindi all’obiettivo della medicina di genere che è uno degli specifici target della sanità regionale.
L’endometriosi è una condizione che colpisce il 10% delle donne in età fertile (3 milioni di persone interessate dal disturbo) per aumentare ad una preoccupante percentuale del 30-50% per le donne non fertili o che hanno difficoltà nel concepimento. Il Parlamento europeo, infine, ha stimato che per il nostro paese l’endometriosi, soprattutto se diagnosticata in ritardo, si traduce in una spesa sociale annua di 6 miliardi di euro tra giornate lavorative perse, cure farmacologiche e trattamenti chirurgici.
(Luca Boccaletti)