L’Aids resta una malattia grave per cui non c’è ancora cura o vaccino e con meccanismi di trasmissione piuttosto semplici, legati al contatto col sangue e ai rapporti sessuali non protetti. La prevenzione è una questione di importanza mondiale, visto che gli oltre 33 milioni di ammalati ne fanno una vera e propria pandemia che causa oltre 2 milioni di decessi ogni anno. Nadia Rossi, prima firmataria, e molti altri consiglieri del Gruppo Pd, hanno depositato una risoluzione in Assemblea legislativa che impegna la Giunta “a implementare l’opera di informazione, prevenzione e diagnosi attraverso le campagne già previste e coinvolgendo tutti i canali che si riterranno utili per intercettare le diverse fasce della popolazione”.
Alla Giunta si chiede inoltre “di coinvolgere le scuole, le associazioni ed i gestori dei luoghi di aggregazione in iniziative di informazione rivolte ai giovani”. Infine, la risoluzione afferma “l’esigenza di porre la questione Aids in sede di Conferenza Stato-Regioni, al fine di concordare iniziative omogene e diffuse su tutto il territorio nazionale”.
Nel documento si richiamano i dati forniti dall’Istituto superiore della Sanità sulla situazione dei contagi in Italia: nel 2014, 3.695 persone hanno scoperto di essere Hiv positive, 6,1 nuovi casi di sieropositività ogni 100 mila residenti.
I dati appaiono sostanzialmente stabili negli ultimi tre anni, e collocano l’Italia al 12^ posto nella Ue; l’Emilia-Romagna è, insieme a Lazio e Lombardia, fra le regioni che hanno mostrato un’incidenza più alta con 400-450 nuovi casi per anno, fra cui aumentano i contagi attribuibili a contatto sessuale (92%). Il dato provinciale vede emerge Rimini al primo posto (11,4 casi per 100.000 abitanti), seguita da Parma (10,6), Ravenna (9,6), Forlì (8,6), Bologna (8,2), fino a Ferrara e Piacenza (poco più di 7 casi per 100.000 abitanti).
La risoluzione Pd evidenzia come “i contagi riscontrati negli ultimi sette anni vadano scemando e il ricorso al test per la diagnosi dell’infezione sia sempre più precoce, tanto che per la prima volta è in calo, nel 2014, il numero di persone che fa il test Hiv già in Aids conclamato o con il sistema immunitario fortemente indebolito, il che permette di attivare cure tempestive e più efficaci”. Ma la questione richiede una “rifocalizzazione dell’attenzione pubblica”, dopo la grande attenzione scientifica e mediatica degli anni Ottanta.
(Tutti gli atti consiliari – dalle interrogazioni alle risoluzioni, ai progetti di legge – sono disponibili on line sul sito dell’Assemblea legislativa al link: http://www.assemblea.emr.it/attivita-legislativa)
(rg)


