COMUNICATO
Assemblea

Sanità. Rsa, Fdi: “la Regione si fa carico della quota per gli ospiti non autosufficienti?”

Il Gruppo di Fratelli d’Italia, con una interrogazione a prima firma Tagliaferri, chiede se delle rette dei pazienti non autosufficienti delle RSA si faccia realmente carico (totalmente o in parte) il Servizio sanitario regionale

In una lunga e articolata interrogazione a prima firma Giancarlo Tagliaferri, il Gruppo di Fratelli d’Italia fa il punto della situazione sulle rette per gli ospiti delle Residenze sanitarie assistenziali (Rsa). Nel ricostruire la vicenda, Tagliaferri, Barcaiuolo e Lisei partono dalla definizione dei LEA (Livelli essenziali di assistenza) che sono le prestazioni e i servizi che il Servizio sanitario nazionale (SSN) è tenuto a fornire a tutti i cittadini, gratuitamente o dietro pagamento di una quota di partecipazione, denominata ticket, con le risorse pubbliche raccolte attraverso la fiscalità generale”. Ricordato poi come le Regioni con bilanci non in deficit possano, con risorse proprie, decidere di estendere e ampliare i LEA individuati dal governo, i tre componenti del Gruppo Fratelli d’Italia sottolineano come “per le strutture residenziali di medio/bassa intensità sanitaria, destinate a persone in condizioni non gravi, la normativa nazionale preveda che il Servizio sanitario nazionale si faccia carico solo del costo delle prestazioni sanitarie erogate e che i costi delle prestazioni non sanitarie e delle prestazioni di natura alberghiera (vitto, pulizia, svago, ecc.) siano a carico dell’assistito o, in caso di disagio economico, del Comune di residenza”. In ragione del quadro normativo in atto la retta, per questioni di praticità, viene quindi divisa forfettariamente al 50% tra la singola Asl e l’assistito. In alcuni casi di eccezionale gravità, proseguono gli esponenti di Fratelli d’Italia, “la determinazione delle quote tiene conto del tipo di prestazioni socio-sanitarie erogate dalla struttura e pertanto la quota sanitaria può essere, in alcuni casi, prevalente rispetto a quella alberghiera. È il caso, ad esempio, degli anziani con demenza senile o Alzheimer a uno stadio avanzato. In casi come questi, e in tutti i casi in cui un anziano si trova in condizione di grave non autosufficienza, le prestazioni fornite dalla Rsa sono di natura prettamente sanitaria, o comunque prevalenti rispetto a quelle di tipo assistenziale”. Per Tagliaferri, Barcaiuolo e Lisei, questa impostazione si è sostanziata in specifiche sentenze che “hanno stabilito che i costi del ricovero in Rsa sono totalmente a carico del Ssn quando il ricovero in questione riguarda un paziente non autosufficiente grave, e costituisce l’unica possibilità per curarlo e mantenerlo in vita, e non semplicemente un’alternativa all’assistenza familiare. Questo vale ovviamente anche se durante il ricovero l’anziano riceve anche prestazioni di natura assistenziale o alberghiera (vitto alloggio ecc.), che sono pur sempre strettamente connesse”. Dal momento infine che negli ultimi tempi si è assistito a un aumento dei costi richiesti per le cure sanitarie (ai quali si devono sommare le aumentate spese di gestione che si trovano ad affrontare le Rsa nel periodo di emergenza COVID) i rappresentanti di Fratelli d’Italia chiedono alla Giunta quale sia la situazione delle rette in relazione alla questione della quota a carico del Sistema sanitario regionale e se venga recepita, da parte delle Asl, la giurisprudenza attualmente in vigore, per cui “in alcuni casi, come per i malati di Alzheimer o con grave disabilità psichica, la componente terapeutica delle prestazioni erogate dalla Rsa è da considerarsi prevalente rispetto a quella assistenziale e pertanto sia la quota sanitaria che quella alberghiera siano a carico del Servizio sanitario regionale”. “

Assemblea