Supportare le madri nella prosecuzione dell’allattamento naturale, vietare nelle strutture sanitarie pubbliche la promozione pubblicitaria di latte artificiale e la distribuzione di campioni gratuiti, invitare tutte le strutture regionali (ma anche le aziende private e gli esercenti) a prevedere spazi dedicate alle donne che vogliano allattare o cambiare i propri bambini. Lo chiede una risoluzione presentata in Regione da Raffaella Sensoli del Movimento 5 stelle, che impegna la giunta a promuovere l’allattamento al seno con latte materno, che “è un diritto fondamentale dei bambini ed è un diritto delle loro mamme”.
La consigliera M5s sottolinea come sia la stessa Regione Emilia-Romagna “a riconoscere che l’allattamento al seno crea le migliori condizioni, fisiche e psichiche, per l’inizio della vita umana: ha un valore incomparabile per la salute della mamma e del bambino e offre al neonato il cibo migliore e la protezione naturale di cui ha bisogno, oltre a soddisfare il bisogno di contatto madre-neonato. La Regione Emilia-Romagna è tra le poche regioni in Italia a rilevare sistematicamente la prevalenza di allattamento, utilizzando le definizioni dell’Organizzazione mondiale della sanità”.
Per questo la pentastellata invita la giunta a rafforzare, in collaborazione con le Ausl e con le associazioni del territorio, interventi finalizzati “a favorire la protezione, la promozione e il sostegno dell’allattamento, nonché a promuovere la diffusione, presso tutte le strutture sanitarie regionali, della consapevolezza dell’importanza dell’allattamento materno come norma fisiologica, di valore culturale, sociale ed ecosostenibile prioritaria”. Chiede di valorizzare la figura del consulente professionale in allattamento materno, anche in supporto ai pediatri, “nell’assistenza alle madri che presentano difficoltà nell’avvio o nella prosecuzione dell’allattamento”; di vietare nelle strutture del servizio sanitario regionale la “promozione di prodotti sostituti del latte materno alle madri, alle famiglie e agli operatori sanitari anche attraverso la distribuzione di campioni gratuiti, ad eccezione dei soli casi in cui la madre sia affetta da patologie o stia eseguendo terapie che rendano nocivo per il neonato l’allattamento”; di creare luoghi idonei per consentire alle madri di allattare ed eventualmente cambiare i propri bambini, all’interno di strutture regionali, enti strumentali regionali, partecipati, aperte al pubblico, segnalandole adeguatamente; di sensibilizzare gli enti locali, le aziende private, i titolari e gestori di esercizi pubblici, sull’importanza di individuare spazi idonei all’allattamento.
(Giulia Paltrinieri)