COMUNICATO
Assemblea

Sanità. Sì in Aula a proposta M5s e maggioranza per sostenere medici e operatori dell’Appennino

Approvata risoluzione a prima firma Piccinini per dare risposte, in particolare dal punto di vista dei trasporti, a chi lavora in ambito sanitario nelle aree montane

Sostenere gli operatori sanitari che lavorano nelle aree interne e montane e attivare strumenti per sostenere chi accetta di prestare la propria attività in quelle aree. Sono le tematiche portate in Aula da una risoluzione di Silvia Piccinini (Movimento 5 Stelle) e sottoscritta anche dai gruppi di maggioranza (Partito democratico, Emilia Romagna Coraggiosa e lista Bonaccini), che hanno ottenuto voto favorevole. Le aree più densamente popolate – ha sottolineato l’esponente M5s – ovviamente offrono più opportunità e condizioni lavorative diverse, rendendo meno competitivo il lavoro in Appenino. E rendere più appetibile il lavoro dei sanitari in quelle aree significa rendere più appetibile la vita in quelle zone”. Tema condiviso anche dalle altre opposizioni, ma con alcune precisazioni: “Oggi noi ci preoccupiamo degli operatori sanitari e abbiamo capito quanto è importante la sanità in quei territori – ha rimarcato Michele Facci (Lega) -. Solo recentemente c’è stata da parte della Giunta una ritrovata sensibilità al tema: siamo contenti che abbia capito che era un errore chiudere i punti nascita e concentrare tutto nei grandi hub. Prima si pensava alla grande azienda, ora per fortuna si è tornati a ragionare sui servizi. Ma è importante pensare non solo agli operatori sanitari ma rendere la vita più semplice a tutti i lavoratori e agli abitanti dell’Appennino e delle aree montane”. Igor Taruffi (ER Coraggiosa) ha sottolineato come “una parte di questi problemi potrebbe essere affrontata pensando a interventi riguardanti soprattutto gli spostamenti: nella misura in cui decidessimo di potenziare e dare seguito ai piani che da decenni si stanno elaborando, come il raddoppio della linea Porrettana almeno fino a Sasso Marconi, avremmo sicuramente a portata di mano una delle principali soluzioni al problema. Raggiungere quei luoghi in modo più comodo consentirebbe una risposta strutturale. Ci aiuterebbe sul versante sanitario, ma anche su quello scolastico. I servizi, quando parliamo di Appennino, sono tutti collegati”. D’accordo anche Palma Costi (Partito democratico): “Occorre anche capire cosa si può mettere in campo per favorire l’ingresso del personale sanitario, ma anche degli insegnanti, nelle aree montane, perché possano svolgere la loro professione. E pensare anche al tema degli alloggi: ci vorrebbe la capacità degli enti locali di supportare e sostenere un’azione che la Regione deve sollecitare al governo”. Secondo Giancarlo Tagliaferri (Fratelli d’Italia) “la drammatica esperienza del Covid ha fatto capire l’importanza di affidarsi a strutture anche periferiche e anche di natura privata. Questo documento deve essere solo un primo passo, ci batteremo perché gli abitanti dell’Appenino non siano lasciati al loro destino”. Simone Pelloni (Lega) ha aggiunto: “C’è tema di competitività: se tutti gli ospedali che abbiamo fuori dai capoluogo sono ospedali di prossimità e raramente sono attrattivi per chi esce dalle scuole di specializzazione, un incentivo economico potrebbe non essere sufficiente, sono più i posti vacanti dei medici che escono dalle scuole di specializzazione”. “

Assemblea