Via libera dalla commissione Sanità al progetto di legge della giunta per chiedere al governo più risorse da destinare alla sanità pubblica e universalistica e di portare al 7,5% del Pil il finanziamento annuale del Servizio sanitario nazionale. I tre articoli della proposta di legge approvati in commissione Sanità presieduta da Ottavia Soncini, puntano ad adeguare il Fondo sanitario nazionale a 4 miliardi di euro aggiuntivi all’anno per i prossimi 5 anni, far sì che le Regioni superino i vincoli di spesa per il personale sanitario e il limite che riguarda il trattamento accessorio, garantire la copertura finanziaria con maggiori risorse che dovessero rendersi disponibili dalla crescita economica prevista dalla nota di aggiornamento al Def e, in seconda battuta, da risorse derivanti dal contrasto all’evasione fiscale.
Critiche le opposizioni. Per Daniele Marchetti (Lega), relatore di minoranza, “questo progetto di legge si sta sciogliendo come neve al sole, dato che, è notizia di ieri, il governo ha stanziato 3 miliardi di euro in più per la sanità per il 2024. Certo, chi non vorrebbe difendere la sanità pubblica? Ma il processo che ci ha portato fin qui oggi non tiene conto degli sforzi fatti a livello nazionale. Ai 3 miliardi, infatti, vanno aggiunte le risorse messe in campo per la stabilizzazione di medici e infermieri. Eppure, continuiamo a sentir parlare di tagli anche se le risorse per la sanità non sono state mai così consistenti come quest’anno, segnando un importante cambio di passo”.
Marta Evangelisti (Fratelli d’Italia) ha sottolineato: “Avevamo consigliato il ritiro di questo progetto di legge consapevoli che il governo avrebbe dato una risposta a sostegno della sanità pubblica. Veniamo da 10 anni di tagli e la narrazione propinata in queste settimane non è corretta anche perché l’Emilia-Romagna non è esente da problemi di bilancio alla voce sanità. Il governo ha risposto con 3 miliardi cui si aggiungono le risorse del Pnrr e le indennità per i medici. Bisogna controllare le spese, cosa che la nostra Regione non sta facendo. La Corte dei conti ha detto che le scelte fatte non sono coerenti con quanto stabilito dal legislatore nazionale”.
Valentina Castaldini (Forza Italia) ha evidenziato come “sia necessario stabilire un orizzonte temporale per modificare la sanità regionale. Ho presentato due emendamenti a questo pdl: il primo per richiedere un monitoraggio delle prestazioni, anche extra Lea; il secondo per rendere più chiara la compilazione dei bilanci in modo da erogare servizi all’altezza dei bisogni dei cittadini”.
Per Silvia Piccinini (Movimento 5 stelle) “ci sono aspetti che non sono stati trattati da questo progetto di legge: ci dovremmo confrontare sul ruolo del privato accreditato per evitare uno scivolamento dalla sanità pubblica verso il privato. Auspico che si approvi un ordine del giorno in cui si faccia chiarezza sul ruolo del privato accreditato in questa regione”.
Netta la posizione della maggioranza. “È arrivato un segnale positivo ma parziale da parte del governo per cui è giusto mantenere questa iniziativa” ha commentato Silvia Zamboni (Europa Verde).
Per Federico Alessandro Amico (ER Coraggiosa): “L’impegno di intervenire sull’evasione fiscale ci trova assolutamente d’accordo. La notizia dei 3 miliardi è parzialmente positiva ma è poco efficace per cui la proposta del pdl di ‘ancorare’ gli stanziamenti per la sanità alla percentuale del Pil continua a essere valida. Il pdl chiede inoltre la rimozione del tetto di spesa per le assunzioni nella sanità pubblica ma il governo ammette la rimozione del tetto solo per la sanità convenzionata”.
Respinti i due emendamenti presentati dalla forzista Castaldini. Per Marilena Pillati (Partito democratico) non sono pertinenti con il complesso della proposta”. Per Simone Pelloni (Lega) “il voto sugli emendamenti andava fatto in un altro contesto, vista la strumentalità del pdl”.
(Lucia Paci)