COMUNICATO
Sanità e welfare

Sanità. Zamboni (Europa verde): “Encefalopatia epatica, va aggiornato il prontuario terapeutico regionale”

“Con la rifaximina si dovrebbero prendere solo due pastiglie al giorno. La malattia, con la complicanza della cirrosi epatica, provoca alti costi e tanti ricoveri. Siamo l’unica Regione a non consentirlo”. L’assessore alla Sanità: “Per ora non intendiamo avviare aggiornamenti, ma le singole Ausl possono valutare caso per caso”

Aggiornare il Prontuario terapeutico regionale inserendo la confezione rifaximina 550 mg al dosaggio di due compresse giornaliere per la terapia dell’encefalopatia epatica. Lo ha chiesto Silvia Zamboni, capogruppo di Europa verde con una interrogazione. In commissione Politiche per la salute, presieduta da Ottavia Soncini, ha risposto l’assessore alla Sanità, Raffaele Donini.

Il 20 maggio a Bologna “Motore sanità” ha organizzato un incontro con focus sulla encefalopatia epatica (HE). Europa Verde ha evidenziato come l’HE sia “la complicanza più temibile della cirrosi epatica, comparendo in circa il 25% dei pazienti a cinque anni dalla diagnosi di cirrosi e con rischio successivo di recidiva del 42% ad un anno. Trattandosi di una sintomatologia molto gravosa e di difficile gestione, la malattia ha un fortissimo impatto sulla qualità di vita del paziente, ma anche della famiglia e dei caregivers”. Si stima che nel 2040 i decessi per le due patologie aumentino del 110% e 40%. Una situazione che incide in modo forte sul sistema sanitario con ricoveri e terapie.

“I relatori dell’incontro – ha spiegato la consigliera – hanno ricordato che è disponibile una efficace terapia ovvero l’associazione di lattulosio e rifaximina 550 mg al dosaggio di due compresse al giorno. Tale dosaggio è l’unico che ha evidenze in letteratura di efficacia sulla riduzione significativa delle riacutizzazioni, dei re-ricoveri ed è l’unico quindi autorizzato da AIFA”.

Tuttavia, nella determinazione regionale si legge che “la Commissione regionale del farmaco ha espresso parere non favorevole all’inserimento in prontuario di rifaximina compresse da 550 mg e che, per gli usi ospedalieri, compresa la presa in carico dei pazienti ambulatoriali, nel caso della rifaximina da 200 mg è possibile un acquisto mediante procedura di gara in concorrenza. Nel caso invece della rifaximina 550 mg è necessario un acquisto in esclusiva. La commissione, quindi, non ritiene di dover procedere ad aggiornare il prontuario in quanto il nuovo dosaggio nel contesto regionale presenta un bilancio costo/beneficio sfavorevole”.

Zamboni, che chiede dunque alla giunta di aggiornare il prontuario, prosegue sottolineando che “secondo quanto risulta agli esperti di Motore sanità, l’Emilia-Romagna è l’unica regione in Italia dove la confezione con questo dosaggio non è inserita nel prontuario regionale. La differenza di costo delle due formulazioni è minima: su base annuale il costo della formulazione appropriata è di 1.682 euro contro i 1.514 euro della formulazione di 200 mg per 6 compresse, con una differenza, su base annua, di 168 euro”.

L’assessore Donini ha risposto che “la commissione regionale del farmaco ha dato parere non favorevole. L’uso clinico è circoscritto ai pazienti con encefalopatica epatica e il principio attivo è nel prontuario con la dose da 200 mg. Le principali linee guida internazionali la raccomandano solo in certi casi, tra cui la recidiva. E le raccomandazioni non si riferiscono al dosaggio superiore. Il costo della terapia di 6 mesi per 1.100 mg al dì è di 811 euro con dosi da 550 mg e di 139 euro compresse di 200 mg compresse. Si ritiene che per ora non ci sia un aggiornamento del prontuario, ma le Asl possono valutare singoli casi”.

Zamboni ha replicato che “per due terzi la risposta ha ripreso la mia interrogazione. La differenza riguarda la valutazione dei costi con i due dosaggi. Io mi sono attenuta alle valutazioni di Motore sanità e all’incontro a cui erano presenti molti medici e dirigenti delle Asl. Spero che la richiesta, che viene da chi se ne occupa giornalmente, venga riconsiderata. La decisione non fa l’interesse né dei pazienti né del sistema sanitario regionale. L’Emilia-Romagna è l’unica regione che non consente questo tipo di terapia, siamo l’ultima ruota del carro”.

(Gianfranco Salvatori)

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