«Quello che è accaduto ad Ankara è una mancanza di rispetto inaccettabile, non solo verso la Presidente Ursula Von Der Leyen e l’Unione Europea ma nei confronti di tutte le donne, che richiede dunque scelte politiche conseguenti.». È quanto dichiara la coordinatrice nazionale delle commissioni Pari Opportunità di Regioni e Province Autonome, Roberta Mori.
«Come Coordinamento da tempo impegnato fuori e dentro i confini regionali di riferimento per la realizzazione dell’uguaglianza di genere e di una democrazia paritaria compiuta, esprimiamo solidarietà alla Presidente della Commissione Europea e il convincimento che la questione non sia diplomatica ma politica, – spiega Mori – in quanto conferma la protervia di un sistema di potere patriarcale che ha influenza sull’Europa e sta minacciando il nostro sistema di tutele, diritti e valori democratici.»
Già all’indomani del recesso della Turchia dalla Convenzione di Istanbul per il contrasto alla violenza di genere e domestica, le presidenti delle Commissioni Pari Opportunità si erano rivolte alle Autorità europee e italiane per chiedere una concreta attivazione al fine di sostenere i diritti delle donne turche, accelerare la ratifica della Convenzione da parte di tutti gli Stati europei e contrastare nei fatti il regime di Erdogan. «Ciò che riteniamo pericoloso – spiega la coordinatrice nazionale – è non reagire istituzionalmente e politicamente ad una evidente escalation oscurantista della Turchia e ad un arretramento culturale che ci riguarda da vicino, per eventuali altre convenienze che nulla hanno a che fare con il rispetto delle donne e la protezione dei diritti umani.»
«Lo “schiaffo di Ankara”, come è stato definito, non va perciò ridotto a incidente di protocollo o risolto con la pur doverosa richiesta di censura del presidente del Consiglio Europeo Jean Michel. – conclude Roberta Mori – Chiediamo con forza ai Governi e rappresentanti italiani ed europei di scegliere da che parte stare in ogni occasione di confronto economico e politico con il governo turco, dando prova della volontà di evitare la deriva dei valori di uguaglianza che fondano l’Europa e la nostra Repubblica.»