La giunta si attivi per ridefinire un testo maggiormente coerente con la realtà della scuola italiana e del suo ruolo nella società rispetto ai contenuti delle “Nuove indicazioni per la scuola dell’infanzia e primo ciclo di istruzione” nazionali. A tal fine porti il dibattito nelle sedi opportune per far pervenire al governo le osservazioni e le proposte necessarie.
È l’oggetto di un’interpellanza presentata dal Partito democratico a prima firma Paolo Calvano che ricorda come “lo scorso marzo il ministero dell’Istruzione e del Merito abbia pubblicato sul proprio sito le ‘Nuove indicazioni per la scuola dell’infanzia e primo ciclo di istruzione’, avviando così il confronto sul testo che dovrà entrare in vigore a partire dall’anno scolastico 2026/27. Nei mesi successivi si è levato quasi unanime – dal mondo della scuola, delle associazioni professionali e disciplinari, delle associazioni dei genitori e degli studenti e delle organizzazioni sindacali della scuola – il dissenso e la forte preoccupazione rispetto ai contenuti proposti”.
“Nonostante alcuni correttivi apportati nei mesi successivi, il testo presentato come definitivo dal ministero il 7 luglio scorso non ha dato risposta alle perplessità sollevate in precedenza e lo stesso Consiglio di Stato, il 17 settembre, ha sospeso il proprio parere ravvisando una ‘analisi incompleta ed inadeguata’ rispetto alla coerenza con la normativa Ue” spiega Calvano, che ricorda come “i motivi che hanno portato il mondo della scuola, e non solo, a manifestare contro il documento sono molteplici: dal documento emerge l’idea di una scuola autoritaria e antiquata, in cui alunni e alunne tornano a essere soggetti passivi che assorbono nozioni senza possibilità di sviluppare pensiero critico e lontana dalla realtà quotidiana vissuta da studenti, docenti e famiglie”.
Ha risposto l’assessora alla Scuola Isabella Conti: “Il Consiglio di Stato ha espresso parere favorevole con riserva sottolineando la mancanza di analisi di impatto e di distinzione tra educazione generica e apprendimento. Altro punto di rilievo è sulle autonomie scolastiche: se c’è un approccio di accentramento anche sulle autonomie scolastiche rischiamo di non favorire l’inclusione. Manca il coraggio di inserire come materia scolastica l’educazione sesso-affettiva con linee guida nazionali. Abbiamo bisogno di una scuola che educhi alle relazioni e da parte della Regione il giudizio sul testo nazionale è critico”.
Calvano ha replicato: “Questo dibattito non si esaurirà per le tante ragioni sottolineate dall’assessora. C’è un attacco all’autonomia degli insegnanti e un approccio che pone i bambini e le bambine in continua competizione invece di garantire loro le stese opportunità”.
(Lucia Paci)


