COMUNICATO
Scuola giovani e cultura

Scuola. Il caso dei bambini plusdotati a forte rischio abbandono nelle commissioni Cultura e Sanità/ foto

Sentita l’associazione Aget che propone percorsi con insegnanti ad hoc basati sui cosiddetti Bes (Bisogni Educativi Speciali). “Devono diventare una risorsa non un problema per le classi”

Sono bambini estremamente curiosi, con un linguaggio ricco fin da piccoli, ottima memoria e capacità di lettura e comprensione altissime. Sentono che devono affrontare temi più grandi di loro e pongono spesso domande sulla morte. A scuola si annoiano e hanno problemi a relazionarsi con gli altri compagni di classe. Si tratta dei bambini ‘plusdotati’ con un quoziente di intelligenza alto o altissimo, che rappresentano l’otto per cento della popolazione. Ne hanno parlato in un’audizione congiunta in Commissione Cultura e Commissione politiche sociali e sanitarie, la presidente e una rappresentante dell’associazione Aget (Associazione Genitori Education to Talent), l’unica in Italia che si occupa di questo tipo di casi.

Il principale problema da affrontare per i bambini plusdotati è proprio la scuola che non appaga la loro sete di sapere. Qui gli studenti si annoiano e hanno spesso reazioni estreme – che a volte non vengono diagnosticate nel modo corretto. Alcuni dottori parlano di iperattività o di altri tipi di disturbi ma in realtà si tratta di “bisogno di sapere”. In Italia ci sono pochi specialisti che riconoscono questi sintomi. Il rischio è quello di un abbandono scolastico precoce. “Abbiamo grandi talenti sprecati perché non li sappiamo riconoscere. A scuola questi bambini potrebbero essere un aggancio per i loro compagni mentre spesso vengono considerati un peso per la classe,” spiega la presidente di Aget, “ad oggi la valutazione del talento viene lasciata a genitori spaesati e insegnanti magari di buona volontà ma senza una formazione specifica”, continua.

Il presidente della Commissione Cultura chiede come venga fatta questa valutazione e se ci siano casi in cui i bambini riescano comunque a conciliare il loro talento senza forme di sofferenza. “Ci sono scale internazionali per fare queste valutazioni stilate da psicologi o psichiatri”, spiega Aget, “e ci sono bambini che non soffrono ma perché individuano alcune strategie di sopravvivenza. Fondamentale è l’aiuto dell’insegnante”.

Per una scuola realmente inclusiva servirebbe infatti l’inserimento della plusdotazione nella normativa Bes (Bisogni Educativi Speciali) e una formazione specifica di insegnanti e referenti in modo che la valutazione di questa casistica sia più facilmente individuabile, così come anche la predisposizione di un percorso personalizzato per l’alunno. “Solo la Regione Veneto aveva avviato un percorso di sperimentazione ma dopo tre anni si è concluso”, spiega la presidente di Aget, “per questo sarebbe importante che una Regione come l’Emilia-Romagna possa contribuire alla redazione delle linee guida nazionali per alunni ad alto potenziale intellettivo”.

“Su molte questioni gli insegnanti non riescono ad avere tutti gli strumenti adatti”, commenta una consigliera del Partito democratico che chiede se  esistano metodologie didattiche da cui prendere spunto. “Ad oggi l’unico metodo applicato in Italia è quello di aggregare questi studenti ad altre classi su alcune materie senza staccarli dalla loro classe”, spiega Aget, “e poi l’incontro con specialisti nazionali che possono essere di supporto agli insegnanti”.
“Come si fa a gestire la libera scelta di persone così dotate?” è la domanda di uno dei consiglieri Pd, “l’associazione dovrebbe aiutare in questo percorso” aggiunge. “Noi non siamo per la performance dei bambini, non spingiamo per il salto di classe perché si espongono i minori a sfide che possono essere non accoglibili. Noi vogliamo solo tutelare la loro libertà di espressione” è la risposta di Aget.

“Si tratta di una situazione non di nicchia”, commenta il presidente della Commissione politiche sociali, “per questo è importante per noi conoscere il problema per poter intervenire dal punto di vista legislativo con una risoluzione o linee guida che possano indirizzare la scuola in questo percorso e aiutare a trasformare quello che oggi è un problema in una risorsa”.

(Francesca Mezzadri)

Scuola giovani e cultura