Il sistema regionale dell’istruzione e formazione professionale ha l’obiettivo primario di fornire nuove opportunità ai giovani studenti a rischio di abbandono scolastico: a sei mesi dalla qualifica, relativamente al triennio, lavora circa il 30 per cento di questi giovani, mentre per chi ha ottenuto il diploma professionale, sempre a sei mesi dalla qualifica, è occupato circa il 40 per cento. Un aiuto arriverà dal Pnrr, che stanzia 600 milioni per la formazione professionale degli enti e avrà effetti positivi nel limitare la dispersione scolastica. Un cambiamento importante, poi, si è avuto, dal 2018-2019, con la logica di costruzione ad hoc di un primo anno individualizzato, attraverso un percorso propedeutico. Oggi questa modalità è presente in tutti i territori, 9 i punti in regione, per consentire agli studenti di arrivare a concludere il triennio. I consiglieri hanno esposto alcuni dubbi, in particolare sul rapporto tra formazione e accesso al mondo del lavoro, e chiesto dati più dettagliati alla Giunta.
In commissione Cultura, scuola, formazione, lavoro, sport e legalità, guidata da Francesca Marchetti, è stata analizzata (relazione sulla clausola valutativa) la situazione del sistema regionale della formazione professionale.
Con il Covid anche al sistema della formazione sono state imposte misure restrittive, che hanno fortemente condizionato il regolare proseguimento delle attività: in particolare non è stato possibile attivare e proseguire la formazione nei contesti lavorativi, ovvero continuare le attività di stage. La Regione Emilia-Romagna ha comunque accompagnato il sistema con disposizioni straordinarie che hanno consentito da un lato la continuità didattica e dall’altro lato la conclusione dell’anno formativo.
I lavoratori che hanno perso il lavoro e che hanno smesso di cercare attivamente una nuova occupazione (compresi i giovani che erano in procinto di entrare per la prima volta nel mercato del lavoro), anche a causa delle misure restrittive collegate al Covid, sono confluiti nella popolazione inattiva, che nel 2020 è leggermente cresciuta. In Emilia-Romagna, le persone inattive (15 anni e oltre) sono cresciute di 50,9mila rispetto al 2019 (un più 3 per cento). Il calo della domanda di lavoro ha determinato una contrazione del numero di attivazioni di nuovi contratti di lavoro dipendente più intensa fra i giovani: meno 22,4 per cento fra gli under 24 anni, a fronte del meno 18,8 per cento rilevato sull’intera popolazione di lavoratori. In questa classe di età, a fine 2020, sono risultate 2,3mila posizioni di lavoro in meno rispetto al 2019. Fra le attività economiche che hanno sofferto maggiormente in termini occupazionali si registrano i servizi di alloggio e ristorazione e del turismo, settori che rappresentano complessivamente circa il 26 per cento di tutti gli iscritti ai percorsi di formazione professionale.
Circa 800 ragazzi, ha spiegato la Giunta, accedono ai percorsi anche se provenienti da insuccessi o studi interrotti e arrivano alla qualifica. Il finanziamento agli Enti di formazione regionale è stato di 48 milioni, a cui si aggiungono 5 milioni per la personalizzazione dei percorsi. Inoltre, per gli studenti del 4° anno, con 43 percorsi, sono stati stanziati oltre 4 milioni (2.000 studenti).
Il finanziamento per l’accompagnamento negli Istituti professionali, invece, va in base al numero di iscritti, sempre per personalizzare i percorsi e arrivare agli esami. La Regione si è impegnata anche nel valorizzare e far ottenere il titolo con l’apprendistato di primo livello. Il repertorio delle qualifiche è stato aggiornato per consentire alle offerte di rispondere sempre più alle richieste del mercato del lavoro.
Secondo Valentina Castaldini (Forza Italia) “la preoccupazione principale è quella di spendere bene le risorse che arrivano dal Pnrr. Positiva la lotta alla dispersione, ma il 4,2% del 2020 preoccupa. Sempre più aziende chiedono manodopera qualificata, ma la formazione non riesce a rispondere in modo compiuto. A 6 mesi dalla qualifica, lavora il 39% e fra quelli del quarto anno la percentuale è del 34%. Bene anche il percorso personalizzato, che fa scendere il ritardo di ingresso nel mondo del lavoro”.
Silvia Piccinini (Movimento 5 stelle) ha chiesto di “avere una foto più dettagliata. Il contrasto alla dispersione e il conseguimento del titolo sono importanti, ma devono avere una relazione con l’accesso all’occupazione. Servono dati più specifici, anche in relazione al Pnrr e alla nuova programmazione”.
Per Francesca Maletti (Partito democratico) “l’aumento delle attività personalizzate è molto positivo. Preoccupa, però, il dato di allievi qualificati nel 2019-2020: l’88% su quelli ammessi. Qual era il dato degli anni precedenti? Quanto ha inciso la Dad? Bisogna insistere sul lavoro personalizzato, ma anche usare bene risorse che arriveranno per una nuova organizzazione degli Enti di formazione e anche per collegare i centri per l’impiego alle realtà territoriali”.
I tecnici della Regionale, rispondendo che saranno forniti dati puntuali, ha replicato che la percentuale di qualificati rispetto agli iscritti agli Enti nel 2020 è dell’85% con il 97% sugli ammessi, mentre il dato precedente era dell’80%.
In conclusione, l’assessore al Lavoro, Vincenzo Colla, ha ricordato il grande impegno che ha coinvolto, nel triennio, 56mila fra ragazzi e ragazze in 188 percorsi. “Oggi si è conclusa, con una delibera, la selezione per il bando degli Enti formativi accreditati: sono 99. E’ stato fatto un investimento importante”. L’assessore Colla ha insistito sulla demografia piatta, “che vuol dire ridisegnare la formazione e anche l’università. Non c’è solo domanda e offerta. Occorre alzare la natalità, per affrontare il tema della manifattura di qualità. E le migrazioni non devono essere solo accoglienza, ma va programmata la formazione”. A questi temi si aggiunge la bolla dei Neet (chi non studia né cerca lavoro): “Vanno riportati nel sistema della formazione. Non si deve dare solo una risposta di assistenza, ma di qualificazione”. Dopo aver sottolineato come i ragazzi qualificati molto spesso trovino impiego nell’artigianato e nella piccola e media impresa, Colla ha riferito che “la crescita del 2021-2022 farà crescere anche l’occupazione. Con tutti i fondi in arrivo, dal Pnrr, al Fesr al Fes e altri, sono certo che la Regione giocherà una partita a testa alta”.
(Gianfranco Salvatori e Cristian Casali)


