MarghERita e Iride sono i primi “successi” della ricerca tecnologica legata al settore aereo-spaziale: MarghERita è un supercomputer a disposizione di Comuni ed Enti locali per gestire dati di controllo sanitario (specie in materia di epidemie) e di tutela ambientale, mentre Iride è un progetto di controllo dell’inquinamento dell’aria e le sue conseguenze sul suolo. L’Emilia-Romagna ha accolto la “sfida” aereo-spaziale e il punto sulle prime attività è emerso nel corso della commissione Politiche economiche presieduta da Manuela Rontini in cui si è discussa la Sessione europea 2024 da cui è emerso come il settore sia in crescita: 4.600 lavoratori impegnati, 148 aziende a cui si affiancano un’altra trentina di soggetti (fra cui 4 Università, 11 società di consulenze e 9 centri ricerche), 1% del Pil regionale. Le nuove sfida: data center, produzione di droni, miniaturizzazione di satelliti, ricerca di nuovi materiali propulsori.
“Anche in Emilia-Romagna si sta sviluppando il settore aerospaziale” conferma Lorenzo Calabri (Ricerca e innovazione ART-ER), che evidenzia come “i cambiamenti degli ultimi anni hanno stimolato l’adozione di nuove tecnologie e le competenze sviluppate, come l’automotive, sono funzionali anche all’ambito dell’aerospazio che in Emilia-Romagna può avere ampi margini di crescita. Un elemento molto importante della strategia regionale è stata la presentazione di un bando, la scorsa estate, dedicato ai settori dell’aerospazio e delle infrastrutture critiche, entrambi a elevato potenziale di crescita. Nove i progetti finanziati con un investimento di 3 milioni. Due delle imprese partecipanti hanno avuto la possibilità di fare sperimentazione nella missione spaziale internazionale”.
Alessandro Curti (Amministratore delegato della CURTI S.p.A.) sottolinea come “in Italia le aziende sono lasciate troppo sole, all’estero le cose vanno molto meglio, è troppo complesso entrare in questo settore: eppure la nostra azienda ci è riuscita progettando, ad esempio, un elicottero moderno e innovativo, così come un drone di 5 chili che si autoalimenta con energia solare. Occorre arrivare ad avere delle retribuzioni tali da evitare la fuga dei cervelli e dei lavoratori”.
“L’aerospazio è un settore importante anche da un punto di vista economico” sottolinea Paolo Tortora, direttore di Ciri Aerospace dell’Università di Bologna. “Fare attività aeronautica e spaziale richiede competenze, capitali e persone. I capitali non mancano ma bisogna orientare la politica per sviluppare nuove forme di collaborazione pubblico-privata. Nel 2022 il valore di mercato del settore aerospaziale è stato di oltre 400 miliardi di dollari a livello globale. Di questi, i finanziamenti pubblici sono stati di 103 miliardi, il resto era capitale privato. Gli attori privati giocano un ruolo davvero importante ma devono essere guidati e il pubblico deve fungere da facilitatore. Per lo sviluppo del settore in Emilia-Romagna occorre favorire la crescita delle piccole medio imprese che si potrebbero aggregare a un grosso player che auspichiamo di far arrivare sul territorio”.
“L’industria aereo-spaziale è strategica per il futuro dell’Emilia-Romagna, tanto che la Regione ha già investito e operato per collocarsi all’interno delle nuove direttrici strategiche dell’economia europea e mondiale”, spiega la relatrice di maggioranza Lia Montalti (Pd), mentre il relatore di minoranza Stefano Bargi (Lega) ricorda come “il settore aereo-spaziale è molto importante per la nostra Regione. Vorrei capire come si pensa di operare sul tema della transizione green visto che l’industria spaziale e la transizione ecologica vengono trattati nello stesso capitolo. Siamo al passaggio tra la Commissione europea in carica e quella che verrà insediata dopo le elezioni del prossimo giugno: è tempo di bilanci”.
“Emerge chiaro che il settore aerospaziale ha bisogno di capitali e di una forte sinergia tra pubblico e privato. Cercheremo di capire come, con le decisioni della politica, si potrà lavorare per un buon posizionamento del nostro territorio”, ha concluso la presidente Rontini.
(Lucia Paci e Luca Molinari)