L’Assemblea ha approvato (28 favorevoli, 18 contrari) la risoluzione finale collegata ai lavori della sessione europea. Respinti invece gli emendamenti presentati da Valentina Castaldini (Forza Italia) e Stefano Bargi (Lega). Il consigliere Massimiliano Pompignoli, presidente della commissione assembleare Bilancio, affari generali e istituzionali (commissione referente su questo provvedimento), ha illustrato i contenuti della risoluzione. In particolare, ha precisato che in commissione sono stati quattro le tematiche di rilevanza europea che hanno necessitato di un approfondimento: il green deal europeo, la transazione digitale, l’attuazione del pilastro europeo dei diritti sociali e il tema delle risorse collegate al piano di ripresa e al futuro quadro finanziario pluriennale. Argomenti, ha rimarcato Pompignoli, “che si tradurranno in iniziative tangibili, come, ad esempio, la riduzione delle emissioni climalteranti, l’attuazione della strategia dal produttore al consumatore, le misure di sostegno all’occupazione, le nuove sfide sanitarie e il contrasto a tutte le forme di discriminazione e abuso”. Il consigliere ha poi rilevato, in conclusione, che “con la pandemia anche l’Ue ha aggiornato la sua priorità, in numerosi ambiti, tendendo la mano agli stati più colpiti”. Sono poi state presentate diverse relazioni dai gruppi politici: Maura Catellani, della Lega, ha toccato vari temi tra cui quello dei fondi sure: “Dopo il periodo di emergenza serve pensare a politiche attive per il lavoro – ha sottolineato – destinando fondi alle piccole e medie imprese, sono loro che producono lavoro”. E sulle nuove misure adottate dal governo con l’ultimo Dpcm ha attaccato: “Con queste nuove restrizioni hanno annientato quello che era stato descritto come la panacea di tutti i mali, il recovery fund”. “Dopo un imbarazzante immobilismo nei primi mesi di emergenza e dopo la ‘gaffe’, se così possiamo chiamarla, di Christine Lagarde, che ha fatto esplodere lo spread a marzo creando il panico nei mercati finanziari, l’Europa pare si sia svegliata e abbia stanziato un’importante quantità di risorse che, è sempre opportuno precisare, in maggior parte non sono a fondo perduto, ma a prestito”. Così ha aperto il suo intervento Giancarlo Tagliaferri di Fratelli d’Italia. Accanto alle risorse stanziate dalle istituzioni europee, il consigliere è poi passato ai temi regionali, “dai 13 ai 15 miliardi che saranno disponibili dal 2021, servirà la capacità del governo nazionale e delle nostre istituzioni regionali di presentare piani di investimento strategici, con obiettivi di medio e lungo termine: non possiamo permetterci di sprecare queste risorse in ennesimi ‘bonus’ o ‘marchette’”. Tagliaferri ha poi parlato del peso dell’Italia in Europa: “Le vere scelte le fa l’alta burocrazia, e la nostra, a parte Mario Draghi, non è capace di incidere davvero nelle stanze del potere”. Questa deve essere l’occasione, ha sottolineato il consigliere, “per portare avanti riforme strutturali e necessarie che i nostri territori aspettano da tanto, troppo tempo: occorre sostenere le imprese, sburocratizzare, semplificare e digitalizzare, riformare la pubblica amministrazione, investire sulla ricerca, importante poi mettere in sicurezza il territorio con azioni di prevenzione”. Fare gli interessi della nostra gente, ha concluso, “è per noi un imperativo categorico”. Lia Montalti, invece, dai banchi del Partito democratico ha specificato: “Questa sessione è differente da quelle passate. Dalla crisi pandemica sta emergendo una nuova Europa: meno immobile, più solidale, più vicina al progetto dei padri fondatori di Ventotene. L’Italia è uno dei paesi che potrà beneficiare maggiormente da questa nuova fase se sarà capace di utilizzare al meglio le risorse del recovery fund e della programmazione 2021-2027. Dovremmo far sì che la nostra Regione possa essere protagonista e interlocutore di riferimento di Bruxelles e del governo con l’obiettivo di giocare un ruolo fondamentale nella nuova programmazione”. E ha aggiunto: “Dobbiamo tradurre in politiche i programmi e gli obiettivi: quindi costruire la svolta verde, la neutralità climatica, lavorare sulla sostenibilità alimentare e di consumo, sostenere l’economia circolare, puntando anche su nuove energie, costruire nuovi modelli di mobilità, mettere in campo un approccio nuovo sulle politiche per il lavoro. “Senza l’Unione europea e con la pandemia, il nostro paese sarebbe al collasso – è intervenuta Valentina Pigoni per lista Bonaccini – la buona politica nasce dal dialogo tra le istituzioni locali e regionali, e quelle europee. La sessione europea ci aiuta a impostare il lavoro da mandare avanti nei prossimi mesi. Il green e il digitale saranno le prossime sfide da affrontare”. La consigliera ha poi suggerito di cogliere al più presto l’opportunità del Mes per investire miliardi di euro sulla sanità pubblica. “Abbiamo scontato anni difficili in cui sono prevalse logiche attente ai numeri e meno al sociale, ma in questi ultimi mesi l’Unione europea è attenta – ha spiegato Igor Taruffi (ER Coraggiosa) – sia per quanto riguarda le risorse stanziate sulla next generation Eu che per i fondi strutturali, ad esempio”. Il consigliere ha poi sottolineato la grande sfida che coinvolge città e stati a livello globale, che è quella dell’emergenza climatica. “Bisogna ripartire da lì, anche la nostra regione deve farlo, investendo nel campo dei trasporti, del lavoro e della digitalizzazione”. Per la capogruppo di Europa verde, Silvia Zamboni, “è innaturale pensarsi fuori dal contesto europeo, abbiamo di fronte sfide epocali, che vanno dall’emergenza ecologica a quella climatica, al tema dell’immigrazioni fino alla pandemia di oggi: sfide che un paese da solo non è in grado di affrontare”. La consigliera ha poi parlato, sulla questione emergenza sanitaria, dell’iniziale sfiducia degli italiani versol’Europa: “Non c’è stato fin dall’inizio un segnale chiaro di solidarietà per affrontare l’emergenza, oggi è arrivato forte e chiaro”. Zamboni ha infatti citato l’impegno comunitario su sanità, lavoro, ambiente e digitale. Ha poi chiuso i lavori il presidente della Regione. “Un’occasione formidabile, un’opportunità storica: 210 miliardi di euro complessivi anche per colmare i ritardi degli anni scorsi, un banco di prova per le classi dirigenti”. Il presidente Stefano Bonaccini ha ribadito l’importanza che rivestono misure comunitarie come il recovery fund e next generation Eu. Il presidente ha poi riferito, sullo stesso tema, che “le priorità andranno ripensare alla luce di quello che è accaduto, dobbiamo già programmare il futuro, dobbiamo accelerare”. Le nostre priorità, ha poi spiegato, “sono, come per l’Ue, il lavoro e il clima: tra poche settimane firmeremo, infatti, il patto per il lavoro e per il clima”. A questi temi, ha aggiunto, “colleghiamo quelli della conoscenza e dell’istruzione, fondamentali”. Dobbiamo poi lavorare, ha evidenziato Bonaccini, “per correggere a rialzo la curva demografica, irrobustendo le politiche rivolte alle famiglie”. Dobbiamo anche garantire, ha aggiunto, “un sistema di protezione per chi ha bisogno, a partire dalle persone anziane e dalle persone disabili”. E puntare, ha concluso, “sull’innovazione digitale”. ”


