Via libera dalla commissione Politiche per la salute e politiche sociali (in sede consultiva), guidata dalla vicepresidente Francesca Maletti, alla bozza di risoluzione collegata al pacchetto di proposte legate alla Sessione europea e che dovrà essere discussa e approvata definitivamente dalla commissione Bilancio. La bozza di Risoluzione collegata alla discussione è stata approvata da Pd, Lista Bonaccini ed ER Coraggiosa. Astensione per Rete Civica, Lega, Fratelli d’Italia e Movimento 5 Stelle.
La Sessione europea rappresenta il fulcro dell’azione regionale nella fase ascendente e discendente collegata alla normativa comunitaria.
Con la normativa europea sul clima (nella strategia Green deal) l’Unione europea si è posta l’obiettivo vincolante di conseguire la neutralità climatica entro il 2050, per raggiungere questo traguardo l’impegno è quello di ridurre, attraverso il pacchetto Fit for 55 (Pronti per il 55 per cento), le emissioni di almeno il 55 per cento entro il 2030 (per garantire una transizione equa, competitiva e verde), rispetto ai livelli del 1990 (dal 1990 al 2020 le emissioni nell’Unione europea si sono ridotte solo del 20 per cento). L’Ue sta già lavorando alla revisione delle normative in materia di clima, energia e trasporti, che avrà implicazioni significative per l’insieme delle regioni, traducendo in pratica anche il principio “chi inquina paga”.
Dal 2025 sarà attivo anche il fondo sociale europeo per il clima, finanziato con 72,2 miliardi.
Sul tavolo, quindi, un pacchetto di proposte per affrontare il tema clima a 360 gradi: dalle rinnovabili ai combustibili alternativi, dall’efficienza energetica all’uso del suolo.
La Regione Emilia-Romagna si è dotata già da anni di strumenti che sostengono l’economia verde, il risparmio e l’efficienza energetica e lo sviluppo di energie rinnovabili e alla fine del 2020 ha promosso e sottoscritto con enti locali, sindacati e associazioni il Patto per il lavoro e per il clima.
In sede di dibattito, Lia Montalti (Pd) ha sottolineato come “il tema sia estremamente corposo e che trasversalmente tocca una miriade di ambiti”. In particolare la consigliera dem vede il tema della transizione verde come strettamente correlato alla coesione sociale. “Senza strumenti– specifica Montalti- che vadano ad attenuare le diseguaglianze che potranno nascere dalla riduzione delle emissioni non si ottempererà al ruolo cardine dell’Unione Europea”. La consigliera, nel rimarcare la portata del Fondo sociale per la transizione europea, auspica l’applicazione di un principio di sussidiarietà territoriale che veda protagonista la Regione. Per preparare la società a questo tipo di cambiamenti per Montalti la strada è basata sulla formazione: “Solo così-conclude l’esponente Pd- si potrà adeguatamente preparare la società in maniera coesa ai cambiamenti all’orizzonte”.
Simone Pelloni (Lega), specificando l’astensione del proprio Gruppo in questo primo passaggio nelle Commissioni, ha chiarito come ogni proposta emendativa verrà presentata al termine della discussione in Commissione Bilancio, Affari Generali e istituzionali. Pelloni, riservandosi un più attento studio dei documenti tecnici allegati, ha comunque espresso un vago timore per le nuove quote di emissione “perché abbiamo ben presente come nel recente passato questi strumenti abbiano impattato sull’economia e sulla società italiana”.
Anche Silvia Piccinini (M5S), pronunciando un voto di astensione in questo primo passaggio in Commissione, ha rimarcato come i temi energetico e sociale “debbano essere strettamente legati, soprattutto quando si parla di povertà energetica e soprattutto quando si delineano specifici strumenti per ridurre l’eventuale gap che si potrà generare nella fase della transizione”.
Federico Amico (ER Coraggiosa) si è dichiarato favorevole al Fondo Sociale per la transizione e alla stretta collaborazione che prefigura con le Regioni “perché altrimenti si correre il rischio di pianificare interventi troppo generici e lontani dalla vita delle persone”.
Marco Lisei (Fdi) si è infine dichiarato d’accordo con le finalità espresse dal documento e soprattutto con l’obiettivo di ridurre il gap che inevitabilmente si andrà a creare nelle varie fasce della popolazione, ma “non sono chiari i dettagli sulla gestione del Fondo, così come non è assolutamente condivisibile la gestione accentrata dello strumento da parte della Commissione europea. Una perplessità che troviamo espressa, anche se edulcorata, dalla stessa Regione nel suo documento”.
(Cristian Casali e Luca Boccaletti)