Ai sensi dell’articolo 121 della Costituzione, i nove consiglieri del gruppo Lega nord, primo firmatario Fabio Rainieri, hanno depositato un progetto di proposta di legge alle Camere con cui si chiede di modificare l’articolo 52 del Codice penale (Cp) e l’articolo 35 del Testo unico (Tu)delle leggi di pubblica sicurezza per accrescere da un lato le possibilità di autodifesa in cui si riscontra la legittima difesa e, dall’altro, per snellire le procedure autorizzatorie per dotarsi di strumenti sempre di autodifesa, comprese le armi da fuoco.
La proposta è stata discussa oggi in commissione Bilancio, Affari generali e istituzionali, presieduta da Massimiliano Pompignoli, e respinta con il voto contrario dei consiglieri Pd e Sel, l’astensione del M5s, e il voto a favore dei consiglieri della Ln. Il documento sarà comunque iscritto all’esame dell’Aula.
Illustrato dal relatore, Matteo Rancan (Ln), il progetto parte dalla constatazione per cui “negli ultimi anni sono aumentati in modo preoccupante, anche in Emilia e in Romagna, le rapine e i furti sia nelle residenze private che presso le attività commerciali e produttive”. I “cittadini si sentono sempre più soli contro delinquenti che non esitano usare violenza, e sempre più spesso sono vittime di aggressioni e privazioni dei loro beni e diritti, con quasi nessuna speranza che questi gravi torti possano essere riparati”.
La proposta si sviluppa in due articoli. Nel primo, si chiede di aggiungere all’articolo 53 del Cp la previsione che consideri l’episodio di autodifesa commesso in condizioni di “concitazione e paura”, valutando, inoltre, se l’aggressione si sia sviluppata fino alla “fuga con beni di grande rilevanza”. Dunque, l’obiettivo è aumentare le possibilità di autodifesa in cui si riscontra la legittima difesa, sgomberando il campo da interpretazioni giuridiche restrittive, e tenendo in maggiore considerazione le condizioni psicologiche ed emotive delle persone che subiscono la violazione della propria dimora residenziale o lavorativa.
L’articolo 2 si propone di snellire le procedure per ottenere le autorizzazioni per dotarsi di strumenti di autodifesa. Il problema è quello della lentezza burocratica delle pubbliche autorità competenti nel rilasciare i documenti necessari per l’acquisto di armi da fuoco quando non si ha il porto d’armi. Pertanto si propone di porre il termine di 10 giorni sia per il rilascio del certificato medico obbligatorio che attesti la sanità mentale e la capacità di intendere e di volere di chi vuole acquistare l’arma, sia per il rilascio del nulla osta da parte del Questore.
Per motivare il voto contrario della maggioranza, sono intervenuti i consiglieri Gianluigi Molinari e Giuseppe Boschini (Pd). Hanno affermato che questa proposta “fa leva sulle legittime paure diffuse all’interno dell’opinione pubblica per sancire un principio sbagliato: quello per cui i cittadini devono autodifendersi, anziché affidare la propria sicurezza agli organi preposti dallo Stato”. Il concetto di autodifesa “vede la forte ostilità delle stesse forze dell’ordine, che in ogni sede ribadiscono che la diffusione delle armi non può che elevare il rischio di un salto di qualità all’interno del singolo episodio di violenza”. L’esperienza, hanno sottolineato, “dimostra che il possesso di un’arma non garantisce affatto una maggiore tutela all’aggredito”.
(rg)


