“La tragedia di Suviana è un evento che ho vissuto personalmente. Mi trovavo lì pochi minuti dopo l’incidente e da allora quella ferita non si è mai rimarginata. È un dolore che ha segnato l’intera comunità dell’Appennino bolognese e tutta la nostra Regione”.
A un anno dalla tragica esplosione a Suviana nella centrale idroelettrica Enel Green Power di Bargi, nel comune di Camugnano, sull’Appennino bolognese, il Presidente dell’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna Maurizio Fabbri partecipa alla commemorazione delle sette vittime che hanno persero la vita il 9 aprile 2024.
“La commemorazione di Suviana assume oggi il valore di una nuova ricorrenza civile per il territorio, come accaduto in passato per l’Italicus o il rapido 904. Eventi diversi, certo, ma accomunati dal profondo impatto che hanno avuto sulle persone e sulle nostre comunità. Le centrali di Suviana, Bargi, Brasimone e Santa Maria sono luoghi simbolici e vitali per l’Appennino: tante persone ci lavorano, tanti vi hanno lavorato. È nostro dovere pretendere verità e chiarezza su quanto accaduto, rendere giustizia alle vittime e garantire sicurezza a chi ogni giorno lavora in questi siti”, sottolinea il presidente Fabbri, che richiama con forza la necessità che “Enel e tutte le istituzioni non diminuiscano l’attenzione sul territorio, che ha subito gravi contraccolpi anche economici a causa dell’interruzione della produzione energetica, soprattutto nel comune di Camugnano”.
Un pensiero particolare va al sistema dei soccorsi, mobilitato in maniera straordinaria quel giorno, e nello specifico ai Vigili del Fuoco dell’Appennino: “Sono stati fondamentali – ricorda Fabbri –. La loro prontezza e professionalità ci ricorda quanto siano preziosi e quanto vadano sostenuti e valorizzati”.
Ma l’anniversario di Suviana è anche un’occasione per rilanciare con decisione il tema della sicurezza sul lavoro: “Non possiamo limitarci alla commemorazione – afferma il Presidente –. Occorre tradurre il dolore e la rabbia in azione concreta e responsabile. La vita dei lavoratori non può essere un costo, ma deve essere al centro di ogni scelta produttiva. Serve una svolta sui subappalti, sui controlli, sulla cultura della sicurezza”.