Chiarire il ritardo “nell’avvio dell’intervento di ricostruzione della chiesa della Beata Vergine Immacolata della frazione di Anita nel comune di Argenta (Ferrara), quando presumibilmente potranno essere avviati i suddetti lavori, per i quali sembra siano stati già stanziati i relativi fondi, e se ci siano motivi che precludano la celere ricostruzione del suddetto immobile”.
È la richiesta alla Regione, contenuta in un’interpellanza della capogruppo del Partito democratico, Marcella Zappaterra, per gli interventi attesi sulla chiesa danneggiata dal terremoto del maggio 2012. In Aula, le ha risposto il sottosegretario alla Presidenza della giunta, Davide Baruffi. Secondo il sottosegretario, la responsabilità del fatto che ancora non siano stati appaltati i lavori è del soggetto appaltatore, cioè l’Arcidiocesi di Ravenna-Cervia, che aveva ottenuto le autorizzazioni e i fondi per riparare la chiesa. L’edificio è di proprietà del demanio ed è gestita dall’Arcidiocesi.
Baruffi ha ripercorso l’iter dei finanziamenti, a partire dal primo importo previsto in 895mila euro. L’Arcidiocesi presenta un progetto antisismico e nel 2014 arriva il primo via libera, mentre un decreto del 2015 assegna all’Arcidocesi un finanziamento di 313mila euro per un primo stralcio dei lavori (viene anticipato il 5%, cioè 15mila euro). L’Arcidiocesi, però, non vara l’appalto del primo lotto, ma attende la copertura totale. A dicembre 2017, nuovo progetto e, nel 2018, la Soprintendenza rilascia un’altra autorizzazione. Nel dicembre dello stesso anno, viene rilasciata l’autorizzazione alla congruità delle spese, per oltre 700mila euro. Nel 2021, il Servizio geologico rilascia una nuova autorizzazione sismica. Nel febbraio del 20222 i tecnici dell’Arcidiocesi e i tecnici della Ricostruzione presentano un aggiornamento. Viene altresì riconosciuta nuovo aggiornamento la congruità di spesa per 802mila euro, che viene poi ritenuta congrua per 891mila. Un decreto del luglio 2022 assegna gli importi, “ma l’Arcidiocesi non ha ancora fatto appalto. Tutte le coperture sono state garantite. Il commissario alla ricostruzione fornisce supporto tecnico per i progetti e ad oggi non si conoscono le motivazioni per cui l’Arciodecesi non abbia dato il via all’appalto”.
Zappaterra, dicendosi soddisfatta, afferma di “prendere atto che i ritardi sono imputabili al soggetto appaltatore, cioè l’Arcidiocesi”.
La struttura non è in condizioni di decoro – ha scritto Zappaterra nell’interpellanza – è inagibile da anni e si affaccia sulla piazza principale di Anita. Inoltre, lo stato fatiscente causa un danno anche al turismo dei “visitatori dei numerosi percorsi cicloturistici di respiro europeo e nazionali, dato che si colloca nel Parco del Delta del Po dell’Emilia-Romagna stazione delle Valli di Comacchio”. Il Comune ha risanato gli edifici vicini, “interventi che purtroppo sono contrastati dallo stato di degrado di abbandono della chiesa”.
(Gianfranco Salvatori)