COMUNICATO
Ambiente e territorio

Sicurezza Bologna. Evangelisti (Fdi): solidarietà alle forze dell’ordine, condanniamo le violenze

“La foto del dirigente della Digos con il volto imbrattato è rimbalzata sui media locali e non: al di là delle opinioni di chiunque in questa sede, l’immagine testimonia l’umiliazione subita da un servitore dello Stato e la considerazione che hanno taluni delle istituzioni”

Esprimere solidarietà alle forze dell’ordine e condannare quanto avvenuto durante le manifestazioni di Bologna del 2 marzo scorso.

A chiederlo è Fratelli d’Italia con un’interrogazione a firma di Marta Evangelisti (prima firmataria), Giancarlo Tagliaferri e Luca Cuoghi.

Sabato 2 marzo, nel centro di Bologna, si è tenuta una manifestazione organizzata dagli studenti, appartenenti a movimenti come “Cambiare Rotta” e “Osa”, per esprimere solidarietà ai manifestanti dopo i fatti di Pisa e per fermare, a detta loro, il genocidio in Palestina: durante il corteo -spiega Fdi- non sono mancati momenti di tensione, in particolare, quando i manifestanti hanno raggiunto la Prefettura dove, nonostante l’invito alla calma e ad allontanarsi dall’edificio da parte delle forze dell’ordine, hanno lanciato uova ripiene di vernice rossa: una di queste ha centrato nell’occhio il dirigente della Digos bolognese Antonio Marotta. I manifestanti hanno imbrattato anche le pareti di altri edifici lungo il percorso, lasciando scritte del tipo: “contro la scuola gabbia, Palestina libera”, “from Hamas”: durante il corteo è stato dato fuoco alle immagini raffiguranti il Presidente Giorgia Meloni e il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu”.

Da qui l’atto d’indirizzo per chiedere alla giunta “di esprimere solidarietà agli uomini e alle donne appartenenti alle forze dell’ordine e al dirigente della Digos, impegnati nel servizio di ordine pubblico svolto con senso di responsabilità e professionalità e di condannare quanto accaduto con le immagini raffiguranti il Presidente del Consiglio dei Ministri, Giorgia Meloni e il premier israeliano Benjamin Netanyahu”.  

(Luca Molinari)

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