Limitare il consumo di suolo per l’espansione dei grandi hub della logistica nel territorio bolognese. È quanto chiede, con un’interpellanza rivolta alla giunta regionale (discussa in Assemblea), Giulia Gibertoni (gruppo Misto).
“Quello della logistica – commenta Gibertoni – è uno degli ambiti produttivi che consuma più suolo in assoluto. L’Emilia-Romagna è già terza in Italia con 658 ettari cementificati (dati del 2021)”. Peraltro, rimarca, “il piano urbano della mobilità sostenibile della Città Metropolitana di Bologna, di fatto, prevedeva lo sviluppo di quattro grandi hub logistici per ciascuna delle quattro uscite autostradali presenti nel territorio di pianura”. La consigliera, sul tema, sottolinea però che “lo scenario normativo attuale impone precisi limiti al consumo di suolo”. Questi hub, conclude, “non portano benessere economico, ma inquinamento e lavoro dequalificato”.
La risposta arriva in aula dall’assessora regionale Barbara Lori, che spiega come la Regione Emilia-Romagna stia centrando gli obiettivi della legge urbanistica: “Il risparmio sul consumo di suolo – sottolinea – è significativo: oltre 11mila ettari di territorio ritornano agricoli”. Sulla logistica – settore in forte sviluppo: in regione 10mila operatori, una fatturato di 13 miliardi e 77mila lavoratori attivi – l’assessora chiarisce che “c’è particolare attenzione all’impatto di questi insediamenti: abbiamo già fissato, in accordo con i territori, un tetto all’espansione di queste aree”. Infine, nell’evidenziare che l’hub regionale di riferimento è quello dell’Interporto di Bologna, Barbara Lori riferisce che “San Pietro in Casale e Valsamoggia sono insediamenti rivolti al modello produttivo del territorio di riferimento”.
Giulia Gibertoni ha replicato: “Ci saremmo aspettati un segnale dalla Regione Emilia-Romagna, un’inversione di rotta. Invece si divora il territorio per insediamenti che non garantiscono un valore aggiunto”.
(Cristian Casali)