La Regione si opponga al consumo di suolo in zona Bertalia-Lazzaretto a Bologna.
A chiederlo, con una interpellanza, è Giulia Gibertoni, del Gruppo Misto, la quale, nel ricordare come la legge urbanistica regionale 24 del 2017 (che prevede il saldo zero entro il 2050) propugni il contenimento del consumo di suolo, in quanto bene comune e risorsa non rinnovabile, riporta il caso del Comune di Bologna nella zona Bertalia-Lazzaretto. La risposta è stata affidata all’assessora Barbara Lori (Programmazione territoriale, edilizia).
La capogruppo del Misto, ricorda che nella zona nord-ovest del capoluogo felsineo è in atto un progetto di cementificazione della zona spacciato “come una diminuzione del consumo di suolo e un’operazione urbanistica estremamente green, mentre, in realtà, è un classico esempio di che cosa non si dovrebbe inserire in un piano urbanistico”. A fronte della richiesta dei cittadini del locale comitato affinché Comune e Ateneo non procedano con la cementificazione dell’area, la consigliera sottolinea i numerosi cambiamenti apportati a un progetto nato originariamente negli anni ’90 e progettato concretamente all’inizio degli anni 2000.
Nello specifico la consigliera lamenta “i regali urbanistici fatti per venire incontro alle difficoltà dei costruttori dopo il parziale disimpegno dell’Università di Bologna” per un intervento con un costo generale di circa 45 milioni di euro e con 7 milioni di contributi regionali. La legge, secondo Gibertoni, non è osservata da tanti Comuni e si continua a cementificare e tagliare alberi. “Come accade a Bologna con l’area Besta”, ha sottolineato la consigliera.
Sulla base di quanto ricordato, l’esponente del Gruppo Misto sottolinea come nell’ultima variante urbanistica approvata sia stata estesa a tutta la parte di comparto ‘non attuata’ la possibilità di inserire abitazioni collettive, collegi, conventi e studentati sul modello ‘The student hotel’ di una nota multinazionale olandese che, per la consigliera, “va proprio a caccia di immobili di prestigio, o comunque collocati in posizione strategica nelle grandi città europee, in cui investire capitali globali per la loro trasformazione in facoltose strutture ricettive”.
L’interpellanza esorta l’esecutivo regionale a compiere una riflessione sul modello di futuro proposto e, conseguentemente, sulla legge urbanistica regionale che, all’atto della sua approvazione nel 2017, fu presentata come un atto che garantiva una riduzione di oltre il 60 per cento delle previsioni di edificazione e che avrebbe dovuto tagliare le previsioni già approvate all’interno dei piani urbanistici dei singoli comuni.
L’assessora Lori ha risposto che “quell’area è importante per la zona universitaria, con il completamento del dipartimento di ingegneria civile, chimica e scienze aziendali. Inoltre nasceranno edifici per gli esercizi e la didattica e due studentati, per realizzare un campus bolognese dell’università”. La scuola Besta, ha continuato Lori, muove dalla riqualificazione del patrimonio di edilizia scolastica e dalla rigenerazione dell’area. Sul servizio ferroviaria bolognese, nei giorni scorsi, con la realizzazione della metropolitana di superficie, è partita la prima linea Poretta-Pianoro, con treni passanti (a regime, saranno ogni 15 minuti). La legge 2017, in conclusione della periodo transitorio, ha “portato beneficio e salvaguardia dei suoli in ambiente extraurbano. Sono stati risparmiati 18mila ettari su 26mila stimati. Sulle richiesta di altri 2.000 ettari, ne sono approvati 1.200. Quasi tutti i Comuni elaborano piani urbanistici, svolgono la consultazione preliminare, attuano la proposta di piano e 27 di loro hanno approvato i piani. Non serve una modifica delle politiche di governo del territorio”.
Secondo Giulia Gibertoni, “non c’è stata risposta ai miei tre quesiti. I quesiti erano: che tipo di città vogliamo, ma ciò che emerge per l’area Bertalia-Lazzaretto sono studentati di lusso, piattaforme di Rbnb, speculazione immobiliare. Il secondo riguarda l’incapacità della Regione di controllare gli enti locali che consumano tanto suolo. Infine, l’erosione delle aree verdi. La giunta osserva la nascita di palazzi come gli ‘umarell’, senza fare nulla”.
(Gianfranco Salvatori)
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