Esprimere parere negativo all’istanza per l’avvio della procedura di Valutazione di impatto ambientale (Via) del progetto “Concessione di coltivazione idrocarburi S. Alberto” – Realizzazione opere per la messa in produzione del pozzo Santa Maddalena 1dir” nel Comune di San Pietro in Casale (Bo), tenuto conto di quelli espressi dai Comuni interessati (San Pietro in Casale, Galliera, Malalbergo) e “della contrarietà delle popolazioni residenti, visti i significativi impatti insostenibili per il territorio”.
Lo chiede Silvia Piccinini (M5s) in una interrogazione rivolta alla Giunta sottolineando l’opportunità di concludere l’istruttoria di competenza “ponendo la dovuta attenzione alle diverse problematiche ambientali e territoriali, descritte dai Comuni interessati nei loro atti di diniego (parere negativo) e dal limitrofo Consorzio di bonifica, in primis quella relativa alla subsidenza”, problematiche “che sono in linea con il volere delle popolazioni e degli enti territoriali locali interessati, tenuto conto che tre anni fa, nel 2012, questo territorio è stato sconvolto da un terremoto fino ad allora ritenuto improbabile”.
La consigliera vuole inoltre sapere “i motivi per i quali la Regione Emilia-Romagna non ha organizzato alcun incontro pubblico con la cittadinanza su tale questione, al fine di promuovere una maggiore inclusione dei cittadini e delle loro organizzazioni nei processi decisionali delle istituzioni elettive, nella convinzione che l’incentivazione della democrazia partecipata rappresenti anche un’opportunità per migliorare l’efficienza e il buon andamento della Pa”; se il Consorzio Bonifica Renana, vista la sua attività di difesa del suolo, di prevenzione del dissesto e di tutela dell’ambiente, “sia stato interpellato e se ha proposto osservazioni e, in caso affermativo, quali”.
Infine, Piccinini chiede alla Regione se non ritenga opportuno “riconfermare la sospensione definitiva dei pareri regionali relativi all’espressione di pareri e valutazioni nonché all’adozione di atti di assenso comunque denominati tesi a consentire lo svolgimento sul territorio regionale di nuove attività di ricerca, prospezione, coltivazione, e stoccaggio di idrocarburi, comprese le valutazioni di impatto ambientale già avviate dalla Giunta sui procedimenti statali in itinere che riguardino il permesso di prospezione e ricerca”. Lo stesso per quanto riguarda “la concessione di coltivazione di idrocarburi nel territorio della regione Emilia-Romagna”, alla luce “del diffuso timore da parte della collettività, del fatto che la ricerca, la coltivazione e lo sfruttamento di idrocarburi nel territorio regionale, non valgono il rischio ambientale ed economico che queste attività possono provocare in un territorio soggetto a fenomeni di subsidenza conclamata e sismici”.
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