COMUNICATO
Ambiente e territorio

Territorio Forlì-Cesena. Il fiume Savio diventa paesaggio naturale e seminaturale protetto

La commissione Territorio, Ambiente e Mobilità approva a maggioranza il progetto nato da una specifica richiesta dell’amministrazione comunale di Cesena

Approvazione a maggioranza da parte della commissione Territorio, Ambiente e Mobilità, presieduta da Paolo Burani, per l’attribuzione al fiume Savio dello status di paesaggio naturale e seminaturale protetto.

“Un corridoio per assicurare al fiume Savio il continuum fluviale dagli ambienti collinari a quelli costieri della foce caratterizzati da una notevole diversificazione di specie e habitat. Una zona per cui è necessaria una tutela per avvalorare il ruolo di importante collegamento fra le aree ad alta naturalità presenti lungo il suo corso dalla sorgente presso ‘Monte Zuccherodante’ fino alla foce ricompresa nel Parco regionale del Delta del Po nel comune di Ravenna”. Così la giunta nel presentare il progetto nato da una specifica richiesta del Comune di Cesena.

Oltre alle valenze naturalistiche, l’istituzione del paesaggio protetto mira alla tutela e riqualificazione dell’ecosistema fluviale, alla conservazione/incremento della biodiversità attraverso la tutela delle specie animali e vegetali, alla tutela e riqualificazione dei valori storico-culturali del paesaggio rurale e alla promozione di attività sostenibili ed ecocompatibili con particolare riferimento all’agricoltura biologica e alla promozione del turismo lento.

Capofila del progetto è Cesena che potrà coinvolgere progressivamente gli altri comuni attraversati dal fiume e in contesti paesaggistico-ambientali simili. Lo sviluppo ottimale del paesaggio protetto, che in questa prima fase si sostanzia in una zona di 2 mila ettari di cui 350 già inseriti nella Rete Natura 2000, dovrebbe includere in futuro la parte del tratto nel comune di Mercato Saraceno e un piccolo lembo del comune di Roncofreddo, mentre a valle dovrebbe allungarsi fino alla foce nel comune di Ravenna, attraverso una piccola porzione del comune di Cervia, il che che porterebbe la superficie totale dell’area a 3.425 ettari.

Numerose, infine, le misure di incentivazione, sostegno e promozione per il territorio protetto che si andrebbero a costituire a fronte dell’assenza di vincoli aggiuntivi da un punto di vista idrogeologico: oltre a una premialità aumentata nei bandi regionali e locali per terreni agricoli, attività zootecniche e strutture ricettive all’interno dell’area protetta. È prevista una specifica promozione della fruizione e conoscenza del territorio, la mappatura della rete escursionistica del paesaggio protetto e dei comuni limitrofi, il coinvolgimento delle aziende agricole nella gestione dell’area anche attraverso il sostegno per sistemi di prevenzione dei danni da animali selvatici ed una puntuale azione di comunicazione rivolta sia alle scuole che agli escursionisti.

Numerose le domande poste dai consiglieri. Simona Larghetti (AVS) ha chiesto se l’area sorgerà completamente su area demaniale, quale sarà il futuro delle tre aree estrattive interessate (Ca’ Bianca, Palazzina e Il Molino) e se la costituzione del paesaggio naturale e seminaturale protetto consentirà l’impiego di risorse specifiche soprattutto in ambito di predisposizione dei percorsi naturalistici. Priamo Bocchi (FdI) ha invece apprezzato “lo specifico passaggio fatto dalla giunta sul fatto che l’istituzione di questa area non comporterà alcun vincolo aggiuntivo soprattutto in tema di rischio idro-geologico”. Paolo Burani (AVS) ha puntato il suo interesse sullo svolgimento del percorso partecipativo svolto per sapere se “sono sorte particolari criticità nel confronto con i vari stakeholder”. Alberto Ferrero (FdI) ha invece sottolineato come “i fiumi sono opere idrauliche e, in quanto tali, non può essere consentito alcun intervento o vincolo naturalistico all’interno degli argini”. Francesca Lucchi (Pd) ha espresso una particolare soddisfazione per il progetto. “Sottolineo poi come i siti di importanza comunitaria e le zone di protezione speciale sono nati proprio per tutelare il particolare habitat fluviale, quindi non ha senso parlare di una loro traslazione al di fuori dell’alveo dei fiumi che comunque devono essere sempre puliti e manutenuti a dovere”. Luca Pestelli (FdI) ha poi chiesto quali ricadute potranno esserci sul sistema agricolo oltre a sollecitare un cronoprogramma per la cessazione delle attività nelle varie aree estrattive interessate. Per Daniele Valbonesi (Pd), infine, “il termine opera idraulica mal si attaglia a un ambito naturale quale è il fiume. Gli eventi metereologici estremi che abbiamo conosciuto nel 2023 prescindono di molto la presenza o meno di vegetazione negli alvei, anche se è ovvia la corretta manutenzione dei corsi d’acqua”.

In fase di replica, i tecnici dell’Assessorato Parchi e Forestazione, Tutela e valorizzazione della biodiversità hanno specificato che l’attribuzione dello status di paesaggio naturale e seminaturale protetto è una forma di tutela minore rispetto alle aree protette e che non porterà alcun vincolo aggiuntivo rispetto a ora, che non vi sarà alcuna spesa aggiuntiva nella gestione, che ricadrà sotto la responsabilità dell’Ente gestione parchi e biodiversità della Regione, mentre per quanto riguarda le attività estrattive, saranno limitate a una sola area che dovrebbe continuare l’attività ancora per qualche anno. “Le tre zone, comunque saranno destinate in via prioritaria a svolgere la funzione di casse di colmata come accaduto anche di recente”.

(Luca Boccaletti)

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