Oltre 670.000 euro nel triennio 2025-2027 per sostenere progetti di partecipazione per avvicinare i cittadini alle istituzioni. E’ quanto prevede il “Programma della partecipazione” proposto dalla giunta e approvato dall’Assemblea legislativa.
Ampio e variegato il programma di iniziative previste. Tra queste, figura la “sessione annuale della partecipazione”, volta a promuovere la riflessione sui territori, coinvolgendo i livelli istituzionali e gli attori della società civile. E ancora la piattaforma “partecipAzioni”, strumento digitale per promuovere la partecipazione di cittadini e stakeholders nel ciclo delle politiche pubbliche, la “comunità di pratiche partecipative regionale” che mira a mettere in rete, attraverso l’organizzazione di eventi, le esperienze di riflessione collettiva su alcuni temi prioritari. Vi sono poi i dottorati di ricerca finanziati con fondi Pnrr, che hanno la finalità, in particolare, di indagare i fattori che favoriscono i processi partecipativi promossi dalle pubbliche amministrazioni.
Secondo un sondaggio condotto nel 2024 attraverso un questionario somministrato sia via web che al telefono e che ha raggiunto 1800 persone tra i 16 e gli 80 anni, l’86% degli intervistati ha detto di apprezzare che l’amministrazione pubblica coinvolga i cittadini in progetti di interesse pubblico, evidenziando che i temi più sentiti sono legati all’urbanistica, alle politiche ambientali e socio-sanitarie. Non mancano elementi di riflessione che dovranno essere approfonditi: l’85% ha dichiarato che le loro indicazioni sono state recepite solo in parte dai decisori politici. A frenare la partecipazione, inoltre, è la mancanza di tempo o di informazione sui progetti in atto.
Critico Francesco Sassone (FdI) per il quale “la partecipazione è importante, ma non deve essere solo di facciata ma effettiva: è questo che i cittadini chiedono”. Tra le criticità segnalate il fatto che “occorre fare una differenza tra la partecipazione nei grandi centri urbani e quella dei piccoli borghi”. “Se nei piccoli borghi un’amministrazione riesce a coinvolgere di più i cittadini, nei grandi centri la partecipazione appare esigua – spiega Sassone -. Lo abbiamo visto con il progetto del tram di Bologna: su 390mila abitanti, hanno partecipato ai tavoli solo 3mila persone. C’è dunque un problema di comunicazione e di informazione e la responsabilità è in capo all’ente locale. C’è un problema a interagire con l’amministrazione, ad incidere davvero sulla progettualità: si rischia, nei grandi centri, che questi percorsi diventino un modo per lavarsi la coscienza”.
Visti i risultati degli anni scorsi, la Regione ha deciso di proseguire il sostegno ai progetti di partecipazione: la commissione Statuto ha dato parere favorevole alla proposta della giunta che fissa priorità e modalità in materia prevedendo, tra le altre cose, bandi e campagne informative. Nel periodo 2025-2027 sono previsti 670.000 euro per sostenere i progetti di partecipazione in continuità con quanto realizzato negli anni precedenti.
Nel triennio 2021-2024, infatti, la Regione ha sostenuto 122 progetti di partecipazione: il 91,4% dei progetti presentanti è stato avanzato da enti pubblici, il 56% delle iniziative si è sviluppato in Comuni tra i 5.000 e i 50.000 abitanti e le province maggiormente coinvolte sono state Modena, Forlì-Cesena, Bologna, Reggio Emilia, Ferrara e Ravenna. Tra i temi maggiormente interessati dai progetti di partecipazione, figurano quelli relativi allo sviluppo del territorio (157 progetti), welfare (93 progetti) e ambiente (70 progetti). Dal 2012, anno del primo bando regionale sulla partecipazione, la Regione ha investito nei progetti 1,8 milioni di euro, finanziando così il 55% del totale delle attività legate alla partecipazione tra Piacenza e Rimini.
“Accolgo con favore la volontà della Regione di supportare progetti provenienti dalla società civile e dalle istituzioni pubbliche – afferma Vincenzo Paldino (Civici con de Pascale) -. Occorre favorire il massimo coinvolgimento nei processi decisionali, con un occhio di riguardo per i giovani e le fasce meno rappresentate dalla politica. Investire nella trasparenza e nella co-progettazione è una delle azioni più importanti che possiamo mettere in campo, in particolare per dare attenzione alle aree più periferiche e a quelle montane”.
Simona Lembi (Pd) evidenzia l’importanza della legge regionale sulla partecipazione “che introduce nuovi strumenti per stimolare la comunità regionale, rafforzare la cittadinanza attiva e la coesione sociale, migliorare la governance locale”. Lembi ricorda come “solo tre regioni, Emilia-Romagna, Toscana e Puglia, si sono dotate di una politica per favorire la partecipazione: questa regione, in particolare, ha posto questo tema fin dal 2010”. “In una fase storica di profonda crisi delle democrazie, occorre tornare sul valore della partecipazione alle scelte pubbliche. Perché la democrazia non si esplica solo nel recarsi a votare: è un impegno da perseguire ogni giorno per dare forza ai valori della Costituzione. E questa Regione lo sta facendo con tempo, finanziamenti e cura”.
“La partecipazione è un’attività molto importante della Regione ed è bene occuparsi anche del sempre troppo basso tasso di partecipazione alle elezioni e dobbiamo chiederci perché tanti giovani partecipano alla vita pubblica andando in piazza a manifestare, ma poi non votano”, spiega Simona Larghetti (Avs).
“Nei Comuni dell’Emilia-Romagna la partecipazione dei cittadini è un fenomeno importante da incentivare” sottolinea Fabrizio Castellari (Pd) per il quale “abbiamo davanti una grande opportunità da cogliere, soprattutto in proiezione, per le generazioni future. E, nel momento in cui i numeri ci consegnano un distacco dei cittadini, è proprio in quel momento che dobbiamo investire energie, idee e risorse, forti della consapevolezza di questo valore”.
“Per l’Emilia-Romagna la partecipazione è una scelta di carattere identitario: dalla clausola valutativa emerge il valore di questa legge e si vede come molti progetti di partecipazione siano stati avviati perché c’è stato il supporto della Regione”, spiega Paolo Calvano (Pd) che ricorda come “vogliamo coinvolgere i cittadini in progetti di sempre più ampio respiro ed è importante essere vicini ai Comuni nel sostenerli quando progettano attività di partecipazione”. Calvano ha anche presentato, come primo firmatario un ordine del giorno del Pd poi emendato da FdI e quindi approvato dall’Assemblea legislativa, in cui si chiede di snellire gli aspetti amministrativi delle attività legate alla partecipazione e di sostenere i piccoli Comuni in queste attività.
Per Paolo Trande (Avs) “la partecipazione è la base della democrazia, ma oggi c’è anche piena consapevolezza del fatto che c’è una crisi della democrazia. La nostra è una buona legge, che vuole dare il suo contributo, che rappresenta il tentativo di dare una risposta, forse parziale, a questa crisi”. “C’è bisogno anche di fare autocritica – prosegue Trande – per quello che è accaduto negli ultimi decenni: la crisi dei partiti è diventata anche crisi delle istituzioni. Nel tentativo di dare risposte, ci si è occupati solo del tema della governabilità, facendo grandi errori, per esempio riducendo il numero dei rappresentanti nelle istituzioni locali. Bisognerebbe, oggi, sperimentare anche forme di democrazia deliberativa oltre che consultiva, avere il coraggio di far decidere direttamente ai cittadini”.
“Le politiche per la partecipazione sono strategiche, siamo pronti a migliorare tutto quello che si può migliorare”, conclude la Sottosegretaria alla Presidenza della giunta Manuela Rontini.
La comunicazione istituzionale del Servizio informazione dell’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna dal 12 aprile 2024 è soggetta alle disposizioni in materia di “par condicio” (legge 28/2000)
(Brigida Miranda e Luca Molinari)