Il sistema regionale delle dighe e l’uso delle fonti energetiche alternative, come l’energia idroelettrica, è stato al centro di una risoluzione discussa in commissione Territorio, ambiente e trasporti, presieduta da Stefano Caliandro. L’atto di indirizzo, che è stato respinto, era stato presentato dal consigliere Marco Mastacchi (Rete civica) come primo firmatario, e da Fabio Rainieri (Lega).
Mastacchi ha centrato l’intervento sull’importanza dell’energia idroelettrica, “unica e vera energia pulita”, e sulla necessità di trattenere l’acqua in un territorio che produce eccellenze alimentari, ma che è anche soggetto alle alluvioni. La Giunta, ha detto Mastacchi, “non ha una strategia precisa sull’idroelettrico, non si sa se lo vuole o meno”. In particolare, il consigliere di Rete civica, ha chiesto alla Giunta di “attivare un tavolo di confronto regionale per dare seguito allo studio di fattibilità per un invaso sul torrente Enza, che recupera l’idea della realizzazione della diga di Vetto, sciogliendo le riserve e attivando l’iter per la costruzione”. Inoltre, per il consigliere “vanno sospesi i termini delle dismissioni delle dighe Lago Verde e Lago Ballano (nel parmense), perché legate alla tradizione delle nostre montagne e rappresentano un’occasione di sviluppo e occupazione in zone montane e per realizzare energia pulita, oltre a promuovere invasi utili in caso di emergenze idriche”.
Il territorio montano interessato è quello tra Parma e Reggio Emilia. Secondo Rainieri, “la Regione, che ha un programma ambizioso di tutela dell’ambiente e di svolta green non può non accogliere questa risoluzione. Un impegno ribadito nell’ultima campagna elettorale. E in Aula eravamo stati invitati dalla maggioranza a portare questo impegno in commissione per discuterne. Lo stesso Bonaccini aveva detto che la diga di Vetto è una priorità”.
Il consigliere Andrea Costa (Pd) ha sottolineato la necessità sì di risolvere i problemi dei territori ma anche quella di rispettare alcuni passaggi normativi: “Per discutere di invasi di media e grande dimensioni, secondo le norme Ue, è necessario aver compiuto interventi di manutenzione straordinaria su infrastrutture minori. Se non si fa, ogni nuovo invaso non avrà autorizzazioni nazionali”. Il consigliere Pd ha poi elencato una serie di interventi che la Giunta ha attuato da tempo: “l’Autorità di bacino ha realizzato uno studio di 300mila euro, finanziato dalla Regione, sulle criticità idriche future dei territori. La Regione da tempo esegue interventi straordinari utili alla conservazione e all’aumento della portata di acqua di alcuni corsi. Attualmente, sono in corso 42 interventi in regione finanziati con 220 milioni di euro per aumentare la capacità degli invasi di 16,5 milioni di metri cubi, che si traducono in più acqua per 46,5 milioni di metri cubi”.
Igor Taruffi (Emilia-Romagna Coraggiosa) ha risposto a Rainieri: “Ero relatore della legge sulle centrali
idroelettriche e non ho mai detto di voler approvare atti successivi. Questa discussione va inserita nel piano energetico regionale”.
Il consigliere Emiliano Occhi (Lega) ha sostenuto, infine, di essere a conoscenza delle normative “ma che l’invaso serve comunque, come ha affermato anche l’Autorità di bacino. Siamo in una fase in cui non si può più tergiversare. Le sfide devono essere affrontate. Tutti – Autorità, Comuni, associazioni – erano convinti di andare avanti”.