“Non consentire alcuna attività di estrazione nell’area di Corchia, che interessa i comuni parmensi di Berceto e Borgo Val di Taro: l’esecutivo regionale si faccia portavoce delle istanze di contrarietà delle amministrazioni comunali interessate e di tutte le associazioni ambientaliste, per la piena salvaguardia e tutela del territorio, dell’ambiente e della salute dei cittadini”.
A chiederlo, con una risoluzione rivolta al governo regionale, sono Matteo Daffadà, Pasquale Gerace, Marcella Zappaterra, Massimo Bulbi, Manuela Rontini e Marco Fabbri del Pd, Silvia Piccinini dei Cinquestelle, Stefania Bondavalli della lista Bonaccini presidente e Silvia Zamboni di Europa verde.
È pervenuta al ministero dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare, si legge nell’atto, “l’istanza per l’avvio del procedimento di valutazione di impatto ambientale relativa al progetto ‘Nuovo permesso di ricerca mineraria Corchia per rame, piombo, zinco, argento, oro, cobalto, nickel e minerali associati’, che interessa i comuni di Berceto e Borgo Val di Taro”.
Daffadà spiega in aula che l’attività mineraria, per la quale è stata avanzata la suddetta istanza, ricade in aree naturali protette comunitarie (siti della Rete Natura 2000) ricche di peculiarità naturalistiche sia per quanto concerne la flora che la fauna. Il consigliere rileva anche che l’eventuale avvio dell’attività estrattiva determinerebbe la quasi totale cancellazione della ZSC Belforte e il dimezzamento della superficie della ZSC Groppo di Gorro, ricadendo esse rispettivamente per il 90 per cento e per il 60 per cento della loro superficie all’interno dell’area di indagine. In merito agli aspetti geologici e idrogeologici dell’area, rileva poi come nel territorio interessato dal permesso minerario affiorino unità geologiche ofiolitiche che hanno caratteristiche di acquiferi e sono sede di numerose sorgenti captate dal pubblico acquedotto. Per il politico la prospettiva verso cui la richiesta di indagine si indirizza risulta quindi incompatibile non solo con le esigenze di protezione ambientale ma anche con il tessuto socio-economico locale, dove è ormai maturata una spiccata vocazione turistica ed ecoturistica, sia stagionale che occasionale.
Sulla stessa linea anche la Lega, che con una risoluzione sullo stesso tema, a firma Fabio Rainieri ed Emiliano Occhi, chiede all’esecutivo regionale “di attivarsi, anche come capofila di tutti gli enti locali e gli altri soggetti pubblici e privati interessati, per esprimere la più ferma contrarietà all’attività di ricerca mineraria nell’area compresa tra i comuni di Berceto e Borgo Val di Taro, per non compromettere la vocazione ambientale ed ecoturistica dell’area interessata e dell’intero comprensorio montano che la ricomprende”. Per Rainieri e Occhi “è fondamentale tutelare un territorio fragile”. L’atto è stato emendato dalla stessa Lega (emendamento cui ha aggiunto la firma anche il dem Daffadà).
Voto favorevole alle due risoluzioni anche da Fratelli d’Italia (per Michele Barcaiolo condivisibili i contenuti delle due proposte) ed Europa verde (per Silvia Zamboni è fondamentale tutelare l’ambiente).
(Cristian Casali)