La Regione faccia chiarezza sulla procedura autorizzativa e sulla legittimità degli atti per la sicurezza idraulica della cassa di espansione del torrente Baganza, in località Casale di Felino (Parma). Con un’interrogazione Elena Ugolini (Rete Civica) chiede alla giunta “per quale motivo non risulti alcun atto autorizzativo regionale per le opere in derivazione, se l’autorizzazione rilasciata dalla Direzione generale dighe abbia riguardato opere non di propria competenza e se ciò possa incidere sulla validità complessiva del provvedimento”.
“Dopo l’alluvione del 2014 sul Baganza – ha ricordato la consigliera – il Commissario straordinario Bonaccini incaricò l’Agenzia interregionale fiume Po (Aipo) di redigere un nuovo progetto della cassa di Casale di Felino che venne poi trasmesso alla Direzione generale dighe (Dgd) e al Consiglio superiore dei lavori pubblici (Cslp). Quest’ultimo espresse prescrizioni e osservazioni tecniche vincolanti, rinviando
l’autorizzazione alla loro piena ottemperanza. Aipo trasmise un progetto esecutivo senza adempiere alle condizioni e la Dgd autorizzò l’opera limitatamente allo sbarramento principale e ai manufatti ad esso funzionali. La cassa
di espansione è composta anche da una parte in derivazione laterale, la cui autorizzazione compete al Servizio tecnico dei bacini affluenti del Po, il quale però, secondo la documentazione disponibile, non risulterebbe aver rilasciato alcun atto autorizzativo”.
“Risulta inoltre – ha proseguito Ugolini – che il progetto approvato sia dimensionato per un evento di piena con tempo di ritorno di 75 anni, parametro considerato non
adeguato rispetto al contesto climatico attuale e ai rischi potenziali per la città di Parma, specialmente in caso di collasso dello sbarramento. La circolare cosiddetta ‘Minniti’ ha chiarito che, nell’iter autorizzativo delle casse di espansione, la competenza della Dgd riguarda
esclusivamente le opere classificabili come ‘diga’, cioè lo sbarramento trasversale e gli eventuali argini trasversali superiori a 15 metri, mentre le opere laterali in derivazione sono di competenza dell’autorità idraulica sul corso d’acqua (nel caso specifico Regione Emilia-Romagna, Servizio
tecnico dei bacini affluenti del Po). Appare quindi necessario verificare se l’autorizzazione rilasciata dalla Dgd abbia riguardato opere non di propria competenza e se l’assenza di autorizzazioni regionali possa configurare vizi procedurali o potenziali elementi di illegittimità. Anche l’eventuale affidamento da parte di Aipo di lavori non muniti delle
prescritte autorizzazioni dell’autorità idraulica competente solleva interrogativi rilevanti sull’esatta conformità normativa del procedimento”.
Da qui l’atto ispettivo in cui Ugolini chiede “se le prescrizioni del Consiglio superiore dei lavori pubblici siano vincolanti ai fini del rilascio dell’autorizzazione e se la Dgd possa approvare il progetto senza un recepimento integrale delle stesse”, “se la parte in derivazione laterale della cassa di espansione del Baganza rientri nella competenza autorizzativa del Servizio tecnico dei bacini affluenti del Po” e, infine, “se Aipo abbia pubblicato bandi ed effettuato affidamenti relativi a lavori privi dell’autorizzazione dell’autorità idraulica competente e quali possano essere le conseguenze giuridiche e amministrative di tale eventualità”.
(Lucia Paci)


