COMUNICATO
Ambiente e territorio

Territorio. Via libera alle modifiche del calendario venatorio regionale 2023-2024

La commissione Politiche economiche ha approvato la delibera di giunta che introduce l’inserimento dell’uccello moretta tra le specie cacciabili, il posticipo della chiusura della caccia per la lepre, il fagiano, la starna e la pernice rossa

Parere favorevole dalla commissione Politiche economiche presieduta da Manuela Rontini allo schema di delibera di giunta del calendario venatorio regionale 2023-2024 che prevede, oltre all’inserimento dell’uccello moretta tra le specie cacciabili, il posticipo della chiusura della caccia per la lepre, il fagiano, la starna e la pernice rossa. La presidente Rontini ha sottolineato che “la modifica del calendario fa seguito a un ricorso per cui è utile fare il punto della situazione”.

L’assessore ad Agricoltura, caccia e pesca Alessio Mammi ha spiegato: “Nel mese di luglio è arrivato un ricorso della Lega per l’abolizione della caccia che chiedeva la sospensione completa del calendario venatorio e di porre alcuni limiti nel calendario stesso, tenuto conto delle valutazioni di Ispra. A settembre, l’ordinanza del Tar non ha sospeso integralmente il calendario ma ha accolto il posticipo del calendario all’1 ottobre e anticipato la caccia di alcune specie migratorie. L’udienza di merito è fissata a marzo 2024. Abbiamo quindi approvato una delibera per adeguarci all’ordinanza del Tar ma abbiamo presentato appello al Consiglio di Stato entrando nel merito di alcuni contenuti poiché riteniamo che l’ordinanza ha limitato il potere della Regione di legiferare in materia di attività venatoria. Il Consiglio di Stato si è espresso di recente ribadendo la correttezza del ricorso e ha chiesto al Tar di anticipare il pronunciamento entro il 31 dicembre”.

L’assessore ha quindi elencato le modifiche contenute nella delibera: “L’inserimento della caccia alla moretta e il posticipo della chiusura della caccia per la lepre, il fagiano, la starna e la pernice rossa, precisando che c’è il parere favorevole di Ispra. Sul calendario 2024 l’indicazione è mantenere quanto fatto in questi anni e prevedere risorse per studi che ci permettano di fare scelte giuste nel rispetto delle norme e dei contesti”.

Per Silvia Zamboni (Europa Verde): “Resta nota la netta contrarietà dei Verdi alla caccia e al calendario venatorio. La nostra osservazione di base riguarda il fatto che le morette sono presenti nella nostra regione in numero esiguo. Siamo sopresi del parere positivo di Ispra che chiedeva di chiudere la caccia a questa specie al 20 gennaio mentre il calendario della Regione lo posticipa al 31 gennaio. Anche sul posticipo delle altre specie cacciabili si allarga il cordone della borsa anziché restringerlo”.

Marta Evangelisti (Fratelli d’Italia) ha commentato: “Abbiamo rilevato positivamente l’inserimento della moretta ma vincolata alla necessità di un corso per l’abilitazione. Per quanto riguarda il prolungamento delle dieci giornate c’è qualche perplessità e rileviamo che dove queste specie sono presenti i cacciatori sarebbero impegnati in altre tipologie di caccia. Questo comporterà l’aumento dei danni alle colture e la necessità di risarcimenti da parte della Regione. La categoria dei cacciatori è penalizzata”.

Stefano Bargi (Lega) ha aggiunto: “La diatriba tra Lac e Tar rischia di trascinarsi per anni. C’è un servizio normato da un ente che rischia di essere danneggiato. Il calendario venatorio andava tutelato a monte, con già il parere di Ispra. Abbiamo dei censimenti sulle specie cacciabili? Il problema nasce dal parere di Ispra che se fosse positivo fin da subito eviterebbe i ricorsi. Ci sono due possibili scenari: o il Tar annulla o rivede l’ordinanza o la Lac ritira il ricorso tenendoci in ballo per il giudizio di merito”.

Per Giulia Gibertoni (Gruppo Misto): “Nessun animale protetto è salvo del tutto in Emilia-Romagna. È il caso della moretta che era protetta. Anche a chi considera un hobby uccidere animali costa cambia uccidere due anatre in una stagione? Serve fare maggiore ispezione scientifica in futuro. Tra le motivazioni della delibera, non c’è traccia di un miglioramento per gli habitat della moretta. Inoltre Ispra chiederebbe un monitoraggio ma nell’oggetto non ci sono riferimenti così come non ci sono specifiche sul corso per la caccia alla moretta”.

Massimo Bulbi (Partito democratico) ha sottolineato: “I cacciatori sono l’unica categoria che non ha diritti come altre. Perché solo sui diritti venatori non c’è alcuna sentenza che fa giurisprudenza? Non c’è alcuna norma che dice che il parere di Ispra è vincolante. Anche quest’anno la ‘scorrettezza’ di alcune associazioni contrarie alla caccia in tutta Italia danneggia la categoria: siccome anche gli anni passati hanno poi ritirato il ricorso, nessuno entra mai nel merito. Ritengo giusto e corretto reintrodurre l’ulteriore seconda giornata alla migratoria sino al 30 novembre”.

Per Silvia Piccinini (Movimento 5 stelle): “Non è accettabile sentire che i giudici potrebbero ledere i diritti dei cacciatori e che quelli delle associazioni contro la caccia sono dei ‘teatrini’. Le associazioni hanno diritto di fare ricorso senza tacciarle di essere scorrette. Sono forzature improprie. Sul tema della caccia non ci troveremo mai d’accordo”.

Rispondendo alle sollecitazioni l’assessore Mammi ha spiegato: “Rispetto all’introduzione della  caccia alla moretta, l’indicazione del corso è data da Ispra. Il Tar chiede maggiori elementi, raccogliendo le sollecitazioni di Ispra, e li forniremo per avere schemi adeguati, scientificamente e tecnicamente, a chi chiede chiarezza nei nostri calendari venatori. La norma nazionale dice che il parere di Ispra è obbligatorio ma non vincolante e il Tar non può pronunciarsi dopo la chiusura del calendario venatorio se no resta un elemento di ulteriore incertezza”.

(Lucia Paci)

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