Le previsioni di nuove infrastrutture logistiche in Emilia-Romagna sono compatibili con gli obiettivi regionali sul consumo di suolo, la qualità dell’aria e la tutela del paesaggio? E in particolare, come considera la regione gli insediamenti alle porte di Bologna e in due comuni del piacentino?
Queste le domande poste da Silvia Zamboni (Europa Verde) in un’interrogazione trattata nell’odierna seduta di lavoro della Commissione Territorio, Ambiente e Mobilità presieduta dalla Vicepresidente Nadia Rossi. Per la capogruppo, poi, queste richieste di espansione nascondono “un vero e proprio disegno di commercio dematerializzato che ha evidenti ricadute negative sia a livello ambientale che economico-sociale, così come testimoniato dai recenti scioperi indetti dai lavoratori di un famoso marchio di commercio online avvenuti in questi ultimi giorni”.
Zamboni, partendo dalla ricognizione effettuata da Legambiente, sottolinea come nel territorio regionale siano in fase di progettazione numerosi poli logistici, “la maggior parte dei quali prevede un importante consumo di suolo”. Particolari preoccupazioni destano nello specifico i progetti di Malalbergo nell’hinterland bolognese che, essendo particolarmente distante dai collegamenti ferroviari “pare destinato ad aumentare il traffico pesante con relative emissioni nocive” e i due insediamenti nel piacentino per cui la capogruppo chiede “la compatibilità e coerenza con i piani territoriali sovraordinati”. In via generale, infine, la sollecitazione alla Regione per uno sguardo d’insieme del settore logistico e non una trattazione separata per ogni polo pianificato.
In fase di risposta l’Assessore alla montagna, aree interne, programmazione territoriale e pari opportunità Barbara Lori ha chiarito che nel Piano regionale integrato dei trasporti approvato alla fine della scorsa legislatura sono contenute le linee guida per le piattaforme logistiche che devono tendere alla massimizzazione dell’intermodalità per ridurre al massimo l’impatto ambientale.
Sull’insediamento di Altedo/Malalbergo, la titolare della programmazione territoriale regionale ha chiarito come la Regione non intervenga nel processo di approvazione ma nel tavolo interistituzionale, tenutosi nello scorso giugno, ha evidenziato con grande nettezza come il progetto di insediamento non rivesta alcun interesse strategico regionale, quindi l’accordo territoriale deve riguardare solo i Comuni interessati, le Unioni dei Comuni di cui fanno parte e la Città metropolitana di Bologna. “Alla luce della normativa vigente in tema di pianificazione territoriale -specifica poi Lori- non solo il consumo di suolo previsto dal progetto ricadrebbe nella soglia del 3% a disposizione dei comuni entro il 2050, ma risulterebbe non conforme ad alcune norme di tutela ambientale e paesaggistica”. Per quanto riguarda invece la zona del piacentino, l’Assessore ha chiarito come le scelte prese dai Comuni di Fiorenzuola d’Arda e di Caorso sembrano essere compatibili con gli strumenti pianificatori assunti, mentre il Comune di Caorso ha ancora in corso una valutazione di assoggettabilità a VIA.
Silvia Zamboni si è quindi detta soddisfatta della risposta e prende atto della incoerenza del progetto di Altedo/Malalbergo con i vigenti piani territoriali di coordinamento provinciale. “In via generale -conclude la capogruppo di Europa Verde- rilevo comunque la non volontà o incapacità di tenere la regia complessiva per i progetti di nuovi hub della logistica. Probabilmente ciò è dovuto all’assenza di uno strumento legislativo ad hoc, ma il tema e la portata dei nuovi progetti impongono una valutazione in questo senso”.
(Luca Boccaletti)