Ha avuto parere favorevole a maggioranza (Pd e Lista Bonaccini) la delibera della Giunta sulla “Decisione sulle osservazioni e approvazione del Piano Regionale Integrato dei Trasporti PRIT 2025”. Il Piano sarà votato in Aula nella prossima seduta.
Il Prit è stato discusso nelle commissioni congiunte Trasporti e Bilancio, presiedute rispettivamente da Stefano Caliandro e Massimiliano Pompignoli. Il Piano è stato illustrato dall’assessore Andrea Corsini (Trasporti e infrastrutture). Critiche le opposizioni, per le quali si tratta di un documento vecchio, adottato nel 2019, che non considera i cambiamenti dovuti all’epidemia. Fratelli d’Italia, invece, ha sostenuto che il Prit è illegittimo, perché non approvato nei termini di legge, e ha fatto sapere che ricorrerà all’Ufficio legislativo dell’Assemblea e anche in altre sedi.
L’assessore Corsini ha ricordato che “l’approvazione definitiva del Prit 2025 sostituisce quello del 1998. E’ stato adottato a metà 2019 e promuove la mobilità sostenibile attenta alle esigenze dei cittadini e favorisce, attraverso le infrastrutture, la conciliazione dei tempi di vita e lavoro”. Dopo aver parlato dell’importanza delle infrastrutture e della gerarchia delle reti, l’assessore ha affermato che “nelle aree ad alta densità di mobilità, sono stati realizzati interventi coordinati con il Piano urbano della mobilità sostenibile (Pums) e il Piano urbano del traffico (Put) dei Comuni. Si riequilibra la scelta verso la mobilità collettiva e si dà importanza al ferro”.
Per le strade, l’assessore ha ribadito la “necessità di terminare 98 interventi (fra cui la bretella A1-A22 Campogalliano-Sassuolo, la Cispadana, l’asse pedemontano e altri). Sulla rete stradale di base andranno curati la manutenzione e i principali assi viari con l’obiettivo di ridurre del 50% la congestione da traffico”.
Gli obiettivi del trasporto su ferro sono l’incremento dell’efficacia dei servizi e cadenzamenti regolari a 30 e 60 minuti nonché avere migliore materiale rotabile sulle linee Bologna-Rimini e su Ravenna per aumentare del 50% i passeggeri”. La rete ferroviaria regionale, poi, avrà una nuova elettrificazione e il raddoppio selettivo insieme con più alti standard di sicurezza con l’abbattimento di passaggi a livello”.
A livello locale, bisognerà “garantire il ruolo fondamentale del Tpl con una migliore governance, la carta unica della mobilità, la tariffazione integrata, il nuovo patto del Tpl, in discussione con le parti, per un aumento del 10% di passeggeri”. Anche sulla ciclabilità, l’obiettivo è di raggiungere quota 20% (oggi si è al 10%).
Riguardo a merci e logistica, si avrà il potenziamento della piattaforma logistica integrata regionale per incentivare il trasporto ferroviario regionale. Si ridurrà così l’inquinamento e si decongestionerà il traffico con la diminuzione dei mezzi pesanti. “Obiettivo: incremento del trasporto merci del 30%, puntando a uno share modale del 13%. La Zona logistica semplificata ci dà una pianificazione strategica. Nave, ferro e gomma saranno centrali per i tragitti dell’ultimo km” ha sostenuto Corsini.
La piattaforma logistica integrata può contare su: infrastrutture previste su ferro (Bologna-Prato) per avere più capacità di carico dei treni, la linea Dinazzano-Marzaglia, la Spezia-Parma attraverso la Pontremolese (finanziata con il Pnrr), il completamento dello scalo merci Villa Selva e il porto di Ravenna (46,5 milioni per gli scali merci).
Marco Lisei, capogruppo di Fratelli d’Italia, ha posto un problema di legittimità: “Il Prit ha una disciplina legislativa regionale. L’Assemblea deve approvare il piano entro 90 giorni, come prevede la legge regionale. Il Prit elaborato nel 2016 e adottato nel 2019 non è stato approvato. Sono passati due anni. I tempi c’erano. Il termine deve essere considerato perentorio. Chiederò un parere all’Ufficio legislativo dell’Assemblea. Vedo che l’illegittimità non interessa, riproporrò il tema in altre sedi. Approvarlo potrebbe scatenare contenziosi con altri organi amministrativi”. Secondo Lisei, “il Prit doveva coinvolgere tutti i soggetti interessati. Non è stato fatto. Le Associazioni, fra cui Legambiente e Wwf, hanno presentato osservazioni e oggi sono ignorate e vengono prese in giro”. Nel merito, il consigliere di Fdi ha parlato di “dati primitivi rispetto alle esigenze attuali. L’accelerazione imposta dalla Giunta ha lo scopo di presentarsi alla Conferenza dei servizi per il Passante di mezzo con un piano approvato. La mobilità bolognese sarà devastata”. Il Prit penalizza, secondo Lisei, le aree interne e la montagna: “La logica è sbagliata, non si deve considerare quante persone usano il Tpl ma bisogna offrire un servizio anche a un paese di dieci persone per ridare dignità ai territori. Le Aziende di trasporto pubblico hanno bilanci in attivo, con milioni di utili”.
Silvia Piccinini (Movimento 5 stelle) ha scandito che “il destino del Prit è segnato. Alcune opere vivono di vita propria, perché vanno avanti comunque. Ribadisco la posizione del M5s: questo documento non è all’altezza delle nostre aspettative né della regione. Non è in continuità con quello del 1998. La pandemia ha aggiunto criticità a cui si aggiunge il tema della qualità dell’aria”. Per i pentastellati “la Cispadana è un’opera critica. La Regione poteva fare di più, ma apprezzo lo sforzo nel voler approvare il Piano sulla mobilità sostenibile. Qui si è cambiata rotta”.
Per Emiliano Occhi (Lega) “il documento è superato, morto. Pianificazione e programmazione fino al 2025 dovrebbero essere in un atto unico, ma oggi si è aggiunta la mobilità sostenibile e chissà quanti aggiornamenti seguiranno. La pandemia ha accelerato alcuni processi e cambiato il sistema energetico, incidendo sui mezzi a metano (a causa del raddoppio dei costi del gas), la cui produzione e vendita rallenterà. Il problema è la carenza di materie prime, anche se di gas in Emilia-Romagna ce n’è”. Il consigliere ha ragionato sull’auto elettrica: “Il pacchetto europeo del Green new deal, non previsto nel Prit approvato nel 2019, non considera nemmeno l’obiettivo della riduzione del 55% di Co2 entro il 2030. Le emissioni delle auto elettriche si devono calcolare in tutta la procedura di realizzazione dell’auto, compresa la fonte di energia elettrica. Infine, molti Pums penalizzano la mobilità privata e legata al lavoro, che non è un capriccio”.
Marcella Zappaterra (Partito democratico) ha replicato a Lisei sostenendo che “la scadenza dei tempi non inficia la possibilità di riattivare il percorso. La legge non prevede sanzioni alla scadenza del periodo previsto e questo era già emerso nella Conferenza dei capigruppo”.
Michele Facci (Lega) ha definito il documento “vecchio. Non si parla della pandemia e non tenerne conto è una criticità enorme. La pandemia ha cambiato le abitudini. Dovremmo approvare il Prit e le osservazioni, ma anche queste ultime sono vecchie. Il Prit è carente quando analizza la viabilità generale, ad esempio in Appennino (con lunghe chiusure di ponti statali) sulla Porrettana. La mobilità ciclabile, poi, non considera a sufficienza la sicurezza dei ciclisti. Come vengono realizzate certe ciclabili nelle città? Fra le criticità c’è la tariffazione integrata: per alcune categorie è prevista, per altre no. L’inasprimento delle politiche di tariffazione e la sosta più cara, servono per disincentivare l’uso del mezzo privato. È inaccettabile e ingiusto”.
Igor Taruffi (ER Coraggiosa) ha ricordato che in una precedente commissione “si era deciso di farne una congiunta con la commissione Bilancio. Il Prit è uno strumento adottato due anni fa: non votai a favore, ma espressi dubbi perché c’erano elementi critici. È chiaro che la Regione deve continuare la propria azione e non si può ritornare all’inizio. La complessità dei due documenti si deve leggere come l’azione della Regione su un asset strategico come i trasporti e la mobilità”. Per Taruffi è positivo “il Passante di mezzo a Bologna, ma non lo è la Cispadana né la Campogalliano-Sassuolo. Se si legge il Prit considerando l’integrazione con la mobilità sostenibile è positivo che ci siano 3,6 miliardi e che si consideri la ferrovia metropolitana e la Porrettana, il nodo di Casalecchio interrato e il raddoppio fino a Sasso Marconi. E ci sono anche finanziamenti sul tram a Bologna, sul Metro mare, sul rinnovo del parco autobus (elettrico). Inoltre, e questa è anche una nostra vittoria, c’è l’abbonamento gratis sui mezzi per gli studenti, dalle elementari all’università”.
Silvia Zamboni (Europa Verde) ha sottolineato “di conoscere bene le 45 osservazioni depositate nel 2019, perché hanno anche la mia firma. Il documento è datato e si innesta su un quadro ambientale critico. La programmazione non considera i nuovi obiettivi della legge europea sul clima, con l’abbattimento, entro il 2030, del 55% di Co2. Ribadisco, inoltre, la contrarietà alla Sassuolo-Campogalliano, alla Cispadana, alla quarta corsia sulla A1, al Passante di mezzo, che incentiva la gomma. Questo Prit punta sull’asfalto e poco sul ferro”. Positivo, invece, il giudizio di Zamboni sulla mobilità sostenibile. “Apre uno scenario diverso- afferma- e considera i cambiamenti della Pandemia agendo sia sul Tpl sia sugli incentivi al bike to work. Qui ci sono 3,6 miliardi di investimenti, non si può liquidare il Piano come documento di secondo piano”.
In chiusura, Simone Pelloni (Lega) ha rimarcato che “l’assessore non deve fare l’equilibrista politico. La sinistra radicale ha tenuto ostaggio per due anni la Giunta e mi rivolgo a Pd e Lista Bonaccini. Noi abbiamo dato un contributo positivo per le opere sui territori e per il bene comune dei cittadini. Cittadini che, però, non credono più alla Cispadana e ad altre opere. Ad esempio, per il trasporto su ferro si parla della Bologna-Vignola, del superamento dei passaggi a livello. Ma non si muove nulla da due anni”.
(Gianfranco Salvatori)