La commissione Ambiente si divide sulle grandi opere stradali: da una parte Partito democratico e Lega nord spingono per la realizzazione della Cispadana; dall’altra, invece, Movimento 5 stelle, Sinistra italiana e Silvia Prodi del Gruppo misto rimangono sulle proprie convinzioni, ritenendo il percorso intrapreso “anacronistico”, per dirlo con le parole di Giulia Gibertoni dei cinquestelle. Lo scontro è andato in scena alla seduta sul Prit dedicata alla pianificazione della rete infrastrutturale stradale. Proprio il progetto di autostrada da Reggiolo a Ferrara ha tenuto banco nella seduta della commissione, presieduta da Manuela Rontini. Il confronto riprenderà la prossima settimana, giovedì 27, quando, oltre a trattare i capitoli del Piano riguardanti aeroporti, monitoraggio e risorse, i consiglieri vaglieranno e voteranno gli emendamenti. L’Aula sul Prit è già fissata il 9 luglio.
A dar fuoco alle polveri in commissione Gibertoni. Prima ha parlato, in riferimento alla Cispadana, di “progetto vecchio e sorpassato”, poi, dopo la replica dei democratici ma anche dei leghisti, ha rincarato definendo l’autostrada un’opera “passatista che non avrà alcuna ricaduta occupazionale sul territorio”. In linea con queste posizioni anche il capogruppo pentastellato Andrea Bertani che vedrebbe di buon occhio, in alternativa all’autostrada, “una strada a scorrimento veloce”. E anche dall’ala sinistra della maggioranza arriva la conferma di riserve mai celate sulle grandi opere con Silvia Prodi (Misto) che ha espresso critiche sia sulla Cispadana sia sulla Campogalliano-Sassuolo: “Sono opere a grandissimo impatto, dovrebbero essere ripensate”. Parole sposate anche da Sinistra Italiana che con Igor Taruffi ha voluto poi ricordare all’esecutivo di “dare seguito alla risoluzione votata all’unanimità dall’Aula che chiede il potenziamento della strada Porrettana: verso Pistoia- ha chiosato- non ci sono né collegamenti ferroviari né stradali”.
A far da scudo all’opera ci ha pensato prima Enrico Campedelli del Partito democratico assieme a Marco Pettazzoni della Lega nord. Per il dem è essenziale “tenere la barra dritta sulle grandi opere proprio per rispettare e tutelare un territorio che sono decenni che sta aspettando vie di comunicazioni adeguate. Per aumentare e far prosperare i vari distretti della regione è essenziale la grande viabilità. C’è bisogno di realismo e di non rimettere in discussione queste previsioni”. Il leghista invece, pur specificando che “ci si aspettava la chiusura dell’opera all’interno di questa legislatura”, ha rimarcato la totale contrarietà all’ipotesi alternativa, quella della strada a scorrimento veloce: “Non è la soluzione perché non è efficace. Poi: chi pagherebbe i costi di manutenzione?”. E ha aggiunto: “Quest’opera per qualcuno è una tragedia ma per altri è una necessità”.
Infine l’assessore Raffaele Donini ha specificato: “Sapevamo che questa parte del Prit era la più complessa. Comunque non esiste nessun ‘piano b’: l’opera si farà e il cantiere partirà nel 2020”.
Prit2025 – Le infrastrutture. Dal punto di vista del quadro infrastrutturale il Piano è un aggiornamento, e non un nuovo documento, di quello del 1998. Prevede di completare le opere non ancora concluse, verificandone la loro attualità e, in caso contrario, modificandole. Punta alla massima integrazione della rete e dei nodi individuando tre livelli: il primo è quello che consente le relazioni nazionali e internazionali, il secondo è quello delle relazioni regionali, rivolto principalmente all’accessibilità delle grandi aree urbane, dei distretti industriali, e in generale dei principali poli attrattivi. Infine il terzo, strettamente connesso al precedente, è quello del sistema della mobilità locale.
Per quanto riguarda il primo livello viene a sua volta diviso in tre corridoi: “la dorsale centrale”, che ricomprende l’A1, il nodo autostradale-tangenziale di Bologna e dalla rete dell’alta velocità ferroviaria in affiancamento a quella storica; “l’Adriatico”, costituito dall’A14, compresa la diramazione per Ravenna, dalla statale Adriatica, dalla linea ferroviaria adriatica e dal Porto di Ravenna; “il Tirreno-Brennero”, con l’A22 del Brennero e l’A15 della Cisa, l’asse ferroviario del Brennero e la linea ferroviaria Parma-La Spezia.
Questi corridoi includono come nodi principali: l’aeroporto e la stazione ferroviaria di Bologna, la stazione Medio Padana di Reggio Emilia, il Porto di Ravenna; per la logistica: gli interporti di Bologna e di Parma, gli scali di Marzaglia-Dinazzano (Modena) e Le Mose di Piacenza.
Obiettivo principale del Piano: la riduzione del 50% dei tratti in congestione della rete stradale regionale.
Alcuni interventi previsti. Il documento, per quanto riguarda la rete autostradale esistente, prevede la creazione della quarta corsia nell’A1 fra Modena (interconnessione con A22) e il confine regionale (Piacenza) e nell’A14 fra San Lazzaro e la diramazione per Ravenna mentre l’allargamento a tre corsie sull’A13 fra Bologna Arcoveggio e il confine regionale (Ferrara) e nell’A22 fra interconnessione con A1 e il confine regionale.
Il Prit2025 Tibre autostradale ritiene come prioritaria la realizzazione del primo lotto, dall’interconnessione con la A15 e la A1 fino al nuovo casello di Terre Verdiane in comune di Sissa–Trecasali, nel parmense. Rimane la previsione di lungo periodo di completamento della infrastruttura.
La bretella autostradale Campogalliano–Sassuolo verrà realizzata.
Per il nodo della tangenziale autostradale di Bologna il Prit prevede l’ampliamento della carreggiata autostradale, fra l’interconnessione con il raccordo autostradale Bologna–Casalecchio e l’autostazione di San Lazzaro, a tre corsie per senso di marcia più emergenza, quello della carreggiata della tangenziale a tre corsie per senso di marcia più emergenza fra l’interconnessione con il Ramo Verde (svincolo 3) e lo svincolo 6, nonché fra gli svincoli 8 e 13 e l’allargamento a quattro corsie per senso di marcia più emergenza nel tratto centrale della tangenziale fra gli svincoli 6 e 8.
Diversi i nuovi caselli autostradali che il Piano prevede: lungo l’A21 a Rottofreno, nell’A21 a San Pietro in Cerro, nell’A15 in corrispondenza dell’interconnessione con la Pedemontana, a Medesano (Parma), lungo l’A1 fra il casello di Reggio Emilia e quello di Modena Nord, in località Ponte Gavassa, nell’A13 a Castel Maggiore e a Bentivoglio, nell’A1 a San Benedetto Val di Sambro e nell’A14 nell’area di Rimini.
Previsto anche il completamento della Pedemontana del Cispadana. Per quest’ultima il Prit prevede: un tratto con caratteristiche autostradali, fra Ferrara sud e Reggiolo-Rolo, comprensivo di quattro caselli (San Possidonio– Concordia–Mirandola; San Felice sul Panaro–Finale Emilia; Cento; Poggio Renatico) oggetto di concessione regionale. Sono previsti anche diversi interventi di collegamento al sistema autostradale. Per il restante tracciato la previsione è quella di una strada extraurbana secondaria ad una corsia per senso di marcia.
(Andrea Perini)