“Attivarsi per evitare che ci siano ripercussioni economiche negative sulle attività portuali e sull’indotto del porto di Ravenna”. A intervenire, con un’interrogazione rivolta al governo regionale, sul problema della “grave carenza di organico in cui versano gli Uffici di sanità marittima, aerea e di frontiera (Usmaf)” dello scalo ravennate è Gianni Bessi del Partito democratico.
Da tempo, spiega il consigliere, “tutti gli uffici di controllo del porto di Ravenna sono sotto organico, con ricadute sui tempi di uscita delle merci: nonostante l’aumento dei prodotti da controllare, infatti, non c’è stato alcun potenziamento dell’Usmaf ravennate, inoltre da almeno 10 anni non ha un dirigente”. La carenza di organico, prosegue, “comporta notevoli ritardi nei controlli, con la conseguenza che gli importatori spostano le loro attività su altri porti italiani o europei, con danno evidente per l’economia locale e italiana”.
Gli Usmaf, si legge nell’atto ispettivo, “sono uffici periferici del ministero della Salute, attivi nei maggiori porti e aeroporti nazionali, che si occupano del controllo sanitario su mezzi, merci e persone di provenienza extra Ue”.
(Cristian Casali)