COMUNICATO
Infrastrutture e trasporti

Treni Bologna. Marchetti (Pd): ripristinare gli orari ferroviari precedenti al 9 dicembre 2018

Nell’interrogazione la consigliera chiede alla Regione anche di trovare soluzioni per i pendolari di alcuni comuni della Città Metropolitana di Bologna, quali Castel San Pietro Terme

“La Regione, alla luce dei problemi emersi in queste settimane, ripristini l’orario ferroviario precedente al 9 dicembre 2018, che ha provocato disagi e ritardi sulle tratte Ravenna-Bologna, Ravenna-Ferrara e in altre località della Romagna”. A chiederlo, in un’interrogazione, è la consigliera Francesca Marchetti (Partito Democratico), che alla Regione chiede anche di “identificare nel medio termine soluzioni efficaci per i pendolari della Città Metropolitana di Bologna, nello specifico di Castel San Pietro Terme e della frazione di Varignana, affinché non venga pregiudicato il raggiungimento degli obiettivi del Piano Urbano della Mobilità Sostenibile e non siano penalizzati i pendolari dei comuni metropolitani con stazioni del Servizio Ferroviario Metropolitano e dei comuni limitrofi, attenti e propensi all’uso della mobilità integrata e sostenibile”.

In seguito ai disagi provocati dal nuovo orario nei giorni successivi al 9 dicembre – scrive la consigliera nell’atto ispettivo – “l’assessore ai Trasporti Donini ha illustrato le prime misure correttive urgenti (vedi il ripristino della fermata di Godo, nel ravennate, del treno delle 6.57 del mattino e della fermata di San Biagio, operative dal 17 dicembre, e le altre che sarebbero state adottate dal 7 gennaio, come un’ulteriore fermata a Godo); altre invece emergeranno nel tavolo di lavoro permanente istituito fra Trenitalia, Regione e Comuni del territorio ravennate, ferrarese e della Città Metropolitana di Bologna, oltre alle aziende di trasporto pubblico”.

Tuttavia, prosegue Marchetti, “alcuni sindaci del territorio nei giorni scorsi hanno espresso parere negativo sulle modifiche effettuate all’orario dal 9 dicembre 2018”, sottolineando che le condizioni di viaggio dei pendolari (durata, costo, frequenza) non verrebbero migliorate. Un’inefficacia “dovuta prevalentemente a scelte strutturali e contrattuali adottate da Ferrovie dello Stato e Trenitalia, che non tengono in considerazione i movimenti giornalieri degli utenti che si muovono nell’area metropolitana bolognese e coloro che utilizzano le tratte ferroviarie regionali e nazionali”. Infatti, “l’occupazione delle infrastrutture da parte di treni Intercity/Av negli orari di maggiore utilizzo-spiega Marchetti- pregiudica l’inserimento di nuove soluzioni di treni Regionali e Regionali Veloci, che possano incrementare la frequenza delle fermate nelle stazioni del Servizio Ferroviario Metropolitano e ridurre i tempi di percorrenza”. E, in alcuni casi, “che possano evitare combinazioni senza significato e prive di gradimento da parte dei pendolari, come quelle proposte tra Bologna e Varignana, con cambio a Castel San Pietro Terme (stazione Sfm più distante), e quelle tra Castel San Pietro Terme e Ravenna, con tempi di attesa del cambio a Imola che deprimono la scelta del treno rispetto all’auto”.

I sindaci, prosegue la consigliera, “ritengono che le numerose criticità annullino l’efficacia delle soluzioni relative alle fasce orarie di maggiore necessità per i pendolari. Fra cui i disagi per i pendolari nelle direzioni ‘verso Bologna’ nella fascia oraria 6-9 e ‘da Bologna’ nella fascia oraria 17-21”. Ciò è evidente soprattutto “per i pendolari che utilizzano la stazione di Varignana, non solo penalizzati per la scarsità di soluzioni proposte, ma anche per le soluzioni con cambio, che presentano durata e costo maggiori della percorrenza diretta”.

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