COMUNICATO
Sanità e welfare

Vaccini. Sensoli (M5s): Applicate in Emilia-Romagna disposizioni del garante della privacy?/ foto

La consigliera chiede di sospendere “le procedure non oggetto di autorizzazione da parte del garante della privacy inerenti la frequenza in istituti scolastici e servizi educativi per l’infanzia”

Sospendere “le procedure non oggetto di autorizzazione da parte del garante della privacy inerenti la frequenza in istituti scolastici e servizi educativi per l’infanzia”. A sollecitare la Giunta, in un’interrogazione sul tema vaccini, è Raffaella Sensoli del Movimento 5 stelle.

Il garante della privacy, spiega la consigliera, ha informato che “al momento manca un’adeguata base regolamentare che consenta la trasmissione di dati sensibili dalle Ausl alle scuole”. Le Ausl, quindi, non potranno trasmettere alle scuole l’elenco dei bambini vaccinati e non vaccinati.

“La Regione Emilia-Romagna- si legge nell’atto ispettivo- ha disposto che la documentazione attestante lo stato vaccinale sia inviata direttamente dalle Ausl alle famiglie: laddove lo stato vaccinale non risulti in regola rispetto all’età, le famiglie riceveranno gli appuntamenti per le vaccinazioni”. I documenti ricevuti dalla propria Ausl, si evidenzia, “dovrebbero essere poi consegnati dalle famiglie alle scuole, evitando quindi la presentazione di autocertificazioni e di successive certificazioni”. Le certificazioni, si spiega inoltre nel documento, peraltro “andranno presentate entro il 10 settembre 2017 per i nidi, materne e scuole dell’infanzia ed entro il 31 ottobre 2017 per la scuola dell’obbligo”.

Ad oggi, rimarca però Sensoli, “le famiglie di molte bambini che dovranno frequentare nidi, materne e scuole dell’infanzia non hanno ricevuto alcuna documentazione da parte delle Ausl”. Questo perchè, evidenzia, “in una nota congiunta di Ufficio scolastico regionale per l’Emilia-Romagna e Regione Emilia-Romagna si legge che ‘le Ausl sono già in possesso degli elenchi dei bambini iscritti e comunicheranno lo stato vaccinale direttamente ai Comuni/Gestori dei servizi educativi’”. Affermazione, conclude Sensoli, “che sembra non essere conforme alla decisione del garante della privacy”.

(Cristian Casali)

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