COMUNICATO
Assemblea

Vicenda Zaki, Petitti: finisce un incubo

“Mi ero spesa in prima persona, al momento del mio insediamento alla presidenza dell’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna affinché Zaki venisse liberato e ora ci siamo”

Patrick Zaki è libero. Dopo 22 mesi di prigionia nel carcere di Mansura, al Cairo, lo studente egiziano dell’università di Bologna, sotto accusa per diffusione di false informazioni attraverso articoli giornalistici, potrà uscire e riabbracciare la sua famiglia. La notizia è stata accolta molto positivamente anche se il processo a suo carico andrà avanti con una nuova udienza fissata per il mese di febbraio.

“Libero. Finalmente libero. La notizia ci riempie di gioia – ha commentato la presidente dell’Assemblea legislativa Emma Petitti -. Un risultato per il quale ci siamo battuti e che finalmente è diventato realtà. Anche se non abbiamo mai perso la speranza questi mesi sono stati lunghi e difficili, soprattutto per Patrick, chiuso in carcere ingiustamente. Mi ero spesa in prima persona, al momento del mio insediamento alla presidenza dell’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna affinché Zaki venisse liberato e ora ci siamo. Tra poche ore potrà riabbracciare la sua famiglia e spero che presto potremo vederlo qui a Bologna. Oggi a Rimini parteciperò alla mobilitazione in suo favore con uno spirito diverso sapendo che l’incubo è finito”.

Patrick Zaki era stato arrestato il 7 febbraio del 2020 tornando in Egitto per una vacanza e i 19 mesi di custodia erano stati giustificati con accuse di propaganda sovversiva fatta attraverso dieci post su Facebook. Il rinvio a giudizio è avvenuto invece per “diffusione di notizie false dentro e fuori il Paese” sulla base di tre articoli scritti da Zaki, tra cui uno del 2019 sui cristiani in Egitto perseguitati dall’Isis e discriminati da frange della società musulmana.

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