COMUNICATO
Assemblea

Violenze di genere /2. Emilia-Romagna: prosegue il dibattito in Assemblea sul contrasto alle violenze contro le donne

Dopo l’informativa dell’assessora Barbara Lori è proseguito il confronto in Aula fra le forze politiche sulle misure d’intervento e sulle competenze di Regione e governo

Impegno contro la violenze, sensibilizzazione culturale, contrasto agli stereotipi. E sostegno alle donne affinché denuncino le violenze subite senza paura. Sono alcuni degli impegni evocati dalle consigliere e dai consiglieri intervenuti in Aula al termine dell’informativa dell’assessora Barbara Lori sulle violenza di genere e il loro contrasto.

“Stiamo parlando di un fenomeno contraddistinto da numeri impensabili, che spaventano. Un fenomeno presente in ogni contesto sociale, in ogni latitudine, tanto che sono già 106 le donne uccise nel 2023, spiega Stefania Bondavalli (Lista Bonaccini) per la quale “dietro questi numeri ci sono delle storie di violenza e per quattro donne su cinque l’assassino è in casa. Non bastano le leggi, non bastano le manifestazioni, non bastano i codici rossi, tutte azioni utili ma serve un impegno maggiore, serve un’azione preventiva e condivisa, a partire dalla scuola, senza dimenticare il ruolo delle famiglie, per sostenere la parità tra uomo e donna”.

Anche per Giuseppe Paruolo (Pd) “occorre fare di più, in quanto la violenza di genere non è mai giustificabile e sono fondamentali tutte le azioni per contrastarla. Serve poi interrogarsi su come combattere la cultura della sopraffazione e dovremmo essere chiari su una pornografia fruibile anche ai più giovani, che si manifesta anche attraverso il linguaggio, un modello sbagliato che si rifà al concetto di possesso. Occorre poi riflettere sull’educazione dei figli, comunicare loro che non è l’avere la chiave della felicità e che è più importante l’essere che l’apparire”.

Dal canto suo Marta Evangelisti (Fdi) sottolinea come “il momento è drammatico e sono tanti, troppi, gli episodi di cronaca. E’ importante l’intervento del governo per la prevenzione secondaria, per proteggere la donna, così come è importante la certezza dei tempi dei provvedimenti. Inoltre, è necessario il rispetto di tutte le diversità e si tratta di un lavoro che deve essere fatto tra scuola e famiglia. E’ indispensabile condividere provvedimenti mirati e la guardia deve restare altissima. Tragedie come quelle di Giulia non devono più avvenire, così come la tragedia di Saman, vittima della subcultura della sopraffazione”.

“Dobbiamo essere all’altezza delle nostre responsabilità e affrontare i problemi: serve un forte cambiamento culturale, una rivoluzione culturale che va fatta realmente e non solo annunciata: l’azione della Regione va proprio in questa direzione perché promuove e sviluppa il cambiamento”, spiega Francesca Marchetti (Pd). Che aggiunge: “Dobbiamo imparare a gestire il conflitto, a capire cosa è l’affettività: dobbiamo riflettere e agire per un forte cambio culturale che deve partire dalla scuola. Dobbiamo lavorare per una comunità dove ognuno di noi, per il suo pezzo, deve fare di più. Serve fare di più per gli orfani dei femminicidi, su questo dalla mia Regione mi aspetto qualcosa di più”.

“Bisogna cambiare i rapporti di potere a svantaggio della donna che esistono in Italia e in tanti altri Paesi cosiddetti civili: la donna è ancora troppo spesso discriminata nella società, nella famiglia, nella politica. Viene vista come una persona su cui sfogare i propri problemi. Bisogna cambiare questa cosa se si vuole affrontare davvero il tema della violenza”, spiega Giulia Pigoni (Italia Viva) che ricorda anche come ci sia una “narrazione tossica delle violenze: ci si chiede come le vittime siano vestite, cosa facevano. Poi ci si mettono anche alcuni colleghi che fanno politici che hanno definito satanista la sorella di Giulia. Lo dico col cuore: sul corpo delle donne morte non si dovrebbe mai scherzare”.

“Ringrazio tutti voi, a partire dalla presidente dell’Assemblea Emma Petitti che ha fatto fare un minuto di silenzio in memoria di Giulia e di tutte le donne vittime. Faccio un ringraziamento esteso perché sento che siamo in cammino: non ci sottraiamo dal farci carico di questo tema così importante, anche con risorse economiche che sono state stanziate quasi per intero dalla Regione. Chiediamo a questo governo, come abbiamo fatto con tutti quelli precedenti e come faremo con tutti quelli che verranno, un’attenzione anche al sostegno finanziario delle politiche di genere”, spiega Roberta Mori (Pd).

“Il tema è delicato, deve essere affrontato con grande rispetto, senza lasciarsi andare a strumentalizzazioni di tipo ideologico, a generalizzazioni sul genere maschile. Gli assassini di donne rappresentano una minoranza, non possono essere paragonati a tutti quegli uomini che rispettano le donne. Il coinvolgimento delle scuole sull’educazione all’affettività è fondamentale, così come lavorare sul linguaggio delle emozioni e dei sentimenti. Non è vero, poi, che le donne sono discriminate solo perché donne, fortunatamente il merito viene premiato, penso ad esempio a Giorgia Meloni primo premier donna in Italia”, spiega Valentina Stragliati (Lega).

La replica di Silvia Zamboni (Europa verde): “Meloni è la prima premier donna del paese, peccato, però, che si faccia chiamare ‘il premier’ o ‘il presidente’”. Sulla prevenzione nelle scuole aggiunge: “L’educazione all’affettività va bene ma non risolve le cose, serve educare ai fallimenti. La strada è quella della parità di genere. Le donne, prima di tutto, devono essere economicamente indipendenti”.

(Luca Molinari e Cristian Casali)

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