“Riconsiderare le scelte intraprese e ritenere valide le certificazioni regionali, in modo che i gruppi possano continuare a operare per il bene comune come finora hanno fatto”.
Questa la sollecitazione che Priamo Bocchi (FdI) consegna alla giunta regionale in merito ai gruppi volontari di unità cinofile per la ricerca di persone disperse in diretta collaborazione con Forze dell’Ordine, Vigili del Fuoco e Protezione Civile.
Il consigliere di Fratelli d’Italia, nel ricordare come l’apposito regolamento per le unità cinofile, “redatto nel 2010 e revisionato nel 2014, ha permesso alla Regione Emilia-Romagna di essere fra le eccellenze del settore nelle varie emergenze in cui le nostre unità cinofile sono state chiamate a operare”, richiama “l’assurdità di una doppia abilitazione, nazionale e regionale, a causa della quale alcune unità cinofile risultano idonee a intervenire in campo nazionale ma non regionale e viceversa”.
Sottolineando poi come “ai tavoli di lavoro creati dalla Regione Emilia-Romagna per discutere con le Associazioni cinofile in merito all’iter di esamina per l’operatività dei binomi uomo-cane è emersa la mancanza di volontà della Regione di voler trovare soluzione chiare, efficaci e condivise, demandando così l’intero iter di qualifica alle sole Associazioni nazionali”, Bocchi trae il proprio atto ispettivo paventando una mancanza di omogeneità nei brevetti, un abbassamento della qualità delle verifiche e conseguentemente degli standard delle unità cinofile formate.
Oltre alla sollecitazione principale, Priamo Bocchi sollecita l’esecutivo regionale sffinché “ritenga condivisibile che le attuali unità cinofile di soccorso, attualmente con abilitazione regionale, possano continuare a operare accettando qualunque brevetto di associazioni di secondo livello”.
(Luca Boccaletti)