COMUNICATO
Sanità e welfare

Welfare. Anziani maltrattati, Gibertoni (M5s): promuovere ‘Comunità Alloggio Sociale’

Nell’interrogazione la consigliera chiede alla Regione, alla luce dei recenti casi di cronaca, di “creare strutture residenziali sociali per anziani autosufficienti”

“La Regione, in collaborazione con gli enti locali, istituisca le ‘Comunità di Alloggio Sociale per anziani autosufficienti (CASAER), offrendo residenzialità sociali in grado di garantire tutela e protezione abitativa a persone di età superiore a 65 anni, autosufficienti o con una parziale compromissione delle attività di vita quotidiana o di relazione”. A chiederlo, tramite un’interrogazione, è la consigliera Giulia Gibertoni (Movimento 5 Stelle).

Queste comunità, secondo la consigliera, sarebbero necessarie per “superare le criticità esistenti nelle Case famiglia”, come testimoniano i recenti casi di cronaca che hanno coinvolto gli anziani ospiti in una struttura a San Benedetto Val di Sambro, nell’Appennino bolognese, e che hanno portato all’arresto del titolare e di tre operatrici, e per “assicurare servizi alberghieri e sociali interni alla struttura”. Per la pentastellata queste comunità andrebbero “integrate con i normali servizi sociali, sociosanitari e sanitari, determinando un modello organizzativo per il quale gli anziani possano essere accolti in forma temporanea o a tempo indeterminato, garantendo un’accoglienza di un piccolo numero di ospiti, fino a 12, a prevalente impostazione domestica, familiare e abitativa”.

Sempre in relazione a questi fatti di cronaca, e dal momento che, “invece di rappresentare una soluzione per la residenzialità degli anziani le Case famiglie in alcuni casi servono per incassare somme rilevanti senza dare servizi adeguati agli ospiti e si configurano come strutture non soggette a controlli sistematici, dato che non debbono garantire standard prestabiliti di assistenza”, Giulia Gibertoni chiede alla Giunta anche di “attuare prescrizioni relative ad aspetti di natura sanitaria, ponendo gli anziani a carico anche del servizio pubblico, con prestazioni domiciliari; prevedere requisiti professionali per il personale che assiste nelle ore diurne gli ospiti nonché un’adeguata formazione professionale; consentire agli anziani di relazionarsi con la comunità e le famiglie; verificare il rispetto delle prescrizioni da parte dei gestori delle case famiglie e in relazione alla professionalità del personale, oltre che sulla qualità di vita degli anziani ospiti”.

Sullo stesso tema la consigliera ha presentato anche una risoluzione.

(Stefano Chiarelli)

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