COMUNICATO
Sanità e welfare

Welfare. Anziani maltrattati, Taruffi (Si): case famiglia tornino pubbliche; Venturi: 190 strutture difformi nel 2017/ foto

Il consigliere di Sinistra italiana critica la facilità con cui un privato può aprire una casa famiglia per anziani

Il privato dovrebbe operare solo se accreditato o in convenzione con il pubblico. E non è più tollerabile che sia sufficiente una comunicazione di inizio attività, la Scia, per aprire una struttura di assistenza per anziani. Per questo va riformata la legge nazionale. E’ il pensiero che Igor Taruffi ha espresso in Aula durante il question time con cui ha chiesto conto all’assessore Sergio Venturi dei controlli effettuati sulle strutture accreditate e autorizzate che accolgono persone non autosufficienti.

“Il sistema dedicato all’assistenza socio-sanitaria e socio-assistenziale di persone anziane e con disabilità in Emilia-Romagna- ha rimarcato il consigliere di Sinistra italiana– è costituito da oltre 1.200 strutture per quasi 28.000 posti letto e di queste 980 sono strutture per gli anziani (19.600 posti) e più di 250 per le persone con disabilità (8.200 posti) fra case residenza, centri diurni, case di riposo e comunità alloggio. A tutto ciò si aggiungono poi 505 case famiglia (398 per anziani e 107 per persone con disabilità), piccole strutture totalmente private che possono ospitare fino a un massimo di 6 persone autosufficienti o non autosufficienti di grado lieve e che per avviare l’attività è sufficiente che presentino una Scia (Segnalazione certificata di inizio attività) ai Comuni, così come prevede l’attuale normativa nazionale, senza alcuna autorizzazione preventiva al funzionamento”.

Controlli che, ha spiegato il titolare della Sanità in Regione, sono basati su “un piano biennale che prevede il controllo del 100% delle strutture che accolgono fino a sei ospiti attive sul territorio. Il 52% di queste strutture è stato controllato nel 2017. Per 190 sono state rilevate delle difformità di diversa entità: nella maggior parte dei casi lievi (come la tenuta della documentazione), meno frequenti sono invece quelli rilevanti come il superamento della capacità massima ricettiva, la presenza di più case famiglia nello stesso immobile senza autonoma organizzazione, la presenza di persone non autosufficienti di grado medio-alto e la presenza di personale non qualificato. Entro giugno saranno disponibili i dati relativi al 2018”.

(Andrea Perini)

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