Sì al rifinanziamento del Fondo nazionale per il sostegno all’affitto. L’Assemblea legislativa ha approvato la risoluzione presentata dal Partito democratico, a prima firma Francesco Critelli, e sottoscritta anche dal Movimento 5 stelle, da Civici per de Pascale e Alleanza Verdi Sinistra, che impegna la giunta a sollecitare il governo affinché garantisca risorse al Fondo.
“Con questo fondo -ha evidenziato Critelli- si sostengono le famiglie in difficoltà economica nel pagamento del canone di locazione. Negli ultimi anni -ha proseguito- il fondo ha subito riduzioni e in alcune annualità è stato completamente azzerato, come accaduto dal 2023 in poi. L’Emilia-Romagna, quindi, è intervenuta più volte con risorse proprie per sopperire a questi tagli, con un aggravio per il bilancio regionale. Questa non è polemica né battaglia politica ma volontà di mettere al primo posto l’interesse supremo dei cittadini”.
“La situazione economica attuale, aggravata dagli effetti dell’inflazione e dall’aumento dei costi energetici, così come dalla precarietà lavorativa e dalla crescente diffusione degli affitti brevi ad uso turistico, ha determinato un incremento delle richieste di sostegno al pagamento dei canoni di locazione. Serve, quindi, ripristinare quanto prima il fondo nazionale, tenendo conto della reale situazione economica delle famiglie”, ha concluso il consigliere.
Per le forze di maggioranza “è indispensabile un fondo affitto nazionale stabilmente finanziato perché la casa è un diritto fondamentale e le politiche che la riguardano vanno affrontate a tutti i livelli istituzionali”. Per l’opposizione si tratta di “polemiche strumentali perché il governo sta agendo con altre leve per aumentare il potere di acquisto e agevolare il pagamento degli affitti”.
Alessandro Aragona (FdI) ha ricordato “che nemmeno nei cinque anni precedenti l’epoca Covid il fondo è stato rifinanziato da governi di centro sinistra e allora non si sentirono grida di allarme dagli esponenti di sinistra. Si era deciso di mettere altrove quelle finanze e sarebbe un interessante strumento di discussione politica capire se l’allocazione diversa abbia avuto un utilizzo più o meno qualificato rispetto al fondo nazionale affitti. Quindi ora non è giusto ribaltare la situazione e fare polemica strumentale additando il governo”.
Vincenzo Paldino (Civici con de Pascale) ha commentato: “È stato un errore arretrare in questo settore. Per aiutare le famiglie in difficoltà economica e disagio sociale, per una società giusta e coesa, occorre mettere la casa al centro delle politiche prima di tutto nazionali e poi regionali. Bisogna investire sull’edilizia residenziale pubblica e garantire più strumenti alle Acer per fare meglio e di più. Questa non è una battaglia di parte ma di giustizia sociale”.
Alice Parma (Pd) ha ribadito: “Il tema dell’abitare riguarda diversi livelli istituzionali e chiediamo al governo di assumersi la sua responsabilità. Come Regione, assumerci insieme la responsabilità sul tema dell’abitare è una scelta che abbiamo fatto finanziando il fondo affitti regionale. Quello della casa è un discorso complesso e riguarda sia chi vive, lavora, studia e visita una città. Serve una visione condivisa tra pubblico e privato che è possibile solo con il sostegno pubblico e un vero investimento per l’affitto”.
Paolo Trande (AVS) ha evidenziato come “le disuguaglianze nel nostro Paese stanno crescendo da tanti anni: 5 milioni di famiglie sono in condizioni di povertà assoluta e di questi 1,3 milioni sono minori. I salari non crescono e il welfare progressivamente si ritira. Il problema casa acuisce queste disuguaglianze. La perdita del potere di acquisto cresce progressivamente e già da anni le associazioni imprenditoriali segnalano l’insostenibilità degli affitti che, con gli stipendi bassi, non si affrontano. Poi c’è il fenomeno degli affitti brevi che tolgono alloggi agli affitti ordinari. Andrebbe fatto crescere anche il Fondo per morosità incolpevole”.
Anna Fornili (Pd) ha aggiunto: “Il tema dell’emergenza abitativa è conosciuto ma in pochi se ne interessano. La casa condiziona altri diritti primari: se l’affitto incide per il 30% sul reddito è insostenibile. Una questione che tocca tantissimi giovani. Come possiamo chiedere loro di immaginare un futuro se nessuno li aiuta? Sono anni che non si vede un vero ‘piano casa’ nazionale. Il cosiddetto ‘salva casa’ proposto dal governo non aiuta perché diminuisce gli standard urbanistici”.
Francesco Sassone (FdI) ha precisato che “il Fondo per morosità incolpevole è stato rifinanziato mentre, per quanto riguarda il Fondo affitti, i governi Conte e Draghi avevano già previsto che non sarebbe stato rifinanziato per il 2024 e 2025 così come accaduto per diversi anni precedentemente al periodo Covid. Il governo sta attuando una politica di sistema, sostenendo, ad esempio, il reddito alimentare. Bisogna capire perché si è in difficoltà a pagare l’affitto e aiutare a uscire da quella difficoltà. Provare a risolvere il problema con una legge sugli affitti brevi è un attacco alla proprietà privata. Gli alloggi di edilizia residenziale sociale a Bologna hanno portato zero risultati in quattro anni”.
Fabrizio Castellari (Pd) ha sottolineato: “Sugli affitti brevi cercheremo una strada che porti all’equilibrio rispetto all’assenza di regole. Il centro destra deve riflettere sulla posizione di tutti i soggetti coinvolti, a partire dagli albergatori. Il vero tema ora è come contrastare la povertà delle famiglie. Basta uno sguardo alle graduatorie delle famiglie che accedono agli alloggi di edilizia popolare: l’Isee è talmente basso per cui possiamo parlare di situazione di estrema povertà. Chiedere il rifinanziamento del Fondo nazionale affitti vuol dire prendere per mano quella fetta di società che non ce la fa”.
Per Lorenzo Casadei (M5s) “il diritto all’abitare è un diritto sociale e rientra nel rispetto della nostra Costituzione. È un dato di fatto che gli affitti brevi sottraggono alloggi e gonfiano i prezzi. Chiediamo una mano al governo: un Fondo nazionale stabilmente finanziato anno per anno anche in base alle problematiche del momento, regole eque del mercato, più alloggi a canoni sostenibili per creare equità e ridistribuzione sul territorio. Le amministrazioni locali siano messe in condizione di agire”.
Per Simona Larghetti (Avs) “serve chiarezza sulla volontà di rifinanziare il Fondo nazionale per l’affitto. Il mercato sta attraversando una ‘bolla’ terrificante che sta negando il diritto di avere una casa anche a chi ha un lavoro. Dobbiamo intervenire in attesa che il mercato si riassesti su condizioni più favorevoli e favorire la residenzialità per fare in modo che le nostre città possano continuare a vivere e ad avere un’economia”.
Paolo Calvano (Pd) ha aggiunto: “Il tema dell’abitare va gestito a tutti i livelli istituzionali. L’intento del governo è usare leggi di bilancio per ridurre le tasse e offrire maggiore potere di acquisto, riducendo di fatto l’impegno dello Stato. Per la destra è legittimo ma si sta rivelando inefficace: il potere di acquisto non cresce perché le politiche fiscali non stanno dando il maggior reddito sbandierato dal governo. Per contro, si riducono i servizi pubblici. È evidente anche per quanto riguarda il Fondo affitti. Occorre agire sull’edilizia residenziale popolare e sociale per offrire opportunità in più a chi ha qualcosa in meno rispetto ad altri”.
La risoluzione è stata sottoscritta anche da: Matteo Daffadà, Valentina Ancarani, Fabrizio Castellari, Paolo Calvano, Luca Sabattini, Maria Laura Arduini, Niccolò Bosi, Francesca Lucchi, Anna Fornili, Eleonora Proni, Alice Parma, Elena Carletti, Simona Lembi, Barbara Lori, Lodovico Albasi, Daniele Valbonesi, Andrea Massari, Ludovica Carla Ferrari, Marcella Zappaterra, Maria Costi, Raffaele Donini, Gian Caro Muzzarelli e Luca Giovanni Quintavalla (Partito democratico); Lorenzo Casadei (Movimento 5 stelle); Giovanni Gordini e Vincenzo Paldino (Civici con de Pascale), Paolo Trande (Alleanza Verdi Sinistra).
(Lucia Paci)


