Il costo delle rette nelle residenze per anziani e un migliore accesso ai servizi sociosanitari per le persone non autosufficienti sono stati gli argomenti oggetto di due risoluzioni presentate rispettivamente dalla Lega, a prima firma Daniele Marchetti, e dal Partito democratico, Europa Verde, ERCoraggiosa, Lista Bonaccini e Europa Verde a prima firma Francesca Maletti, discusse dall’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna.
Respinto l’atto politico della Lega, che chiede di rivedere l’aumento delle rette per le Case residenza anziani e per i Centro socio-riabilitativi per persone con disabilità disposta dalla giunta, firmato anche da Emiliano Occhi, Massimiliano Pompignoli, Fabio Rainieri, Gabriele Delmonte, Matteo Rancan, Andrea Liverani, Maura Catellani, Valentina Stragliati, Stefano Bargi, Matteo Montevecchi e Fabio Bergamini.
Via libera invece al documento della maggioranza firmato anche da Ottavia Soncini, Giuseppe Paruolo, Palma Costi, Massimo Bulbi (Pd), Federico Amico (ERCoraggiosa), Stefania Bondavalli (Lista Bonaccini), Silvia Zamboni (Europa Verde).
“L’aumento medio annuo delle rette -ha evidenziato il leghista Marchetti- è di circa 1.500 euro, in una regione che vede crescere il numero degli anziani: un provvedimento che ha sollevato le critiche di sindacati, famiglie e Comuni, dato che nessuno di questi soggetti è stato consultati. Fra l’altro è mancato il coinvolgimento dell’Assemblea legislativa e delle parti sociali”. “Solo recentemente -ha continuato- è stato sottoscritto un nuovo accordo con le parti sociali che riguarda l’introduzione, dal 2025, di criteri legati all’Isee e l’impegno a stanziare 10 milioni sul Fondo sociale regionale per abbattere l’aumento. Per questo abbiamo aggiornato la risoluzione con un emendamento che sostituisce la nostra proposta. Resta il fatto che serve una corretta gestione del fondo regionale per la non autosufficienza”. Daniele Marchetti mette inoltre in evidenza come “dall’ultima rendicontazione sull’utilizzo del Fondo regionale per la non autosufficienza per il 2022 emerge che non sono stati utilizzati circa 35 milioni di euro, una questione non risolta nemmeno a seguito dell’integrazione di 18 milioni di euro stabilita nella variazione di bilancio regionale”. Il consigliere ha chiesto infine un confronto in commissione per valutare una modifica o una condivisione dei due testi.
La dem Francesca Maletti ha spiegato: “Nella nostra regione gli over 80 sono il 7% della popolazione grazie a un’aspettativa vita più alta, alla nostra sanità e alla socialità che c’è nei nostri territori. Questa fetta di cittadinanza presenta patologie, situazioni di fragilità e non autosufficienza. Proprio per dare loro risposte è stato istituito il Fondo per la non autosufficienza e sono stati introdotti servizi di domiciliarità. Tuttavia occorre prendere atto di cambiamenti normativi in atto. Servono operatori sanitari ma, per tutta una serie di vincoli fissati a livello nazionale e dalla sottostima del finanziamento sanitario, è difficile reperirli. Siamo in attesa di decreti attuativi per lo stanziamento di finanziamenti. Questa settimana in risposta alla richiesta di domiciliarità il governo ha disposto una decontribuzione per colf e badanti alle famiglie con un Isee inferiore a 6mila euro. Ma rischia di non essere un’opportunità. Anche la maggior parte degli enti locali sta blindando i propri bilanci e alla luce di tutte queste variabili si è dovuto ricorrere alla compartecipazione delle tariffe. Per questo dobbiamo insistere sul migliore accesso ai servizi e come vengono usate le risorse lo dobbiamo decidere insieme”.
Giuseppe Paruolo (Pd) ha commentato: “Condivido la necessità di dare risposte a quei cittadini di cui dobbiamo occuparci in modo sempre più innovativo. In futuro crescerà il numero di anziani e di conseguenza le richieste di servizi per le persone anziane. Importante supportare efficacemente i caregiver”.
“I ritardi sulla distribuzione del Fondo -ha puntualizzato l’assessore al Welfare Igor Taruffi- dipendono sostanzialmente dai tempi con cui il governo tradizionalmente fa i trasferimenti alle Regioni. Mentre noi aumentiamo il Fondo, il governo taglia. Dobbiamo concentrarci sulla domiciliarità per far sì che il ricorso alle strutture sia l’ultima scelta”.
Per Simone Pelloni (Rete Civica) “sembra di fatto inevitabile alzare le rette quindi il tema rimane. Speriamo di avere al più presto un confronto in commissione e affrontare la questione con un modifica normativa. Le soluzioni per poter gestire al meglio alcuni servizi ci sono”.
Federico Alessandro Amico (ER Coraggiosa) ha ricordato che “la Regione mantiene impegni ben precisi sul tema della non autosufficienza. E’ evidente che il tema è demandato ai territori e non ancora assunto in maniera strutturale dallo Stato centrale”.
(Lucia Paci)