Sette fattorie sociali dislocate sul territorio emiliano-romagnolo (e altre sette che hanno fatto richiesta di riconoscimento), per favorire l’inserimento socio-lavorativo delle persone fragili, con disabilità e svantaggiate. Ma anche per erogare servizi di supporto a terapie mediche, psicologiche e riabilitative (anche attraverso l’ausilio di animali allevati e la coltivazione delle piante) e per realizzare progetti volti alla conoscenza del territorio e all’educazione ambientale.
Prosegue l’impegno della Regione Emilia-Romagna per la promozione dell’agricoltura sociale, strumento che consente di rivolgere le attività delle aziende agricole anche verso obiettivi sociali. A riconoscere il ruolo e il valore dell’agricoltura sociale è stata la legge regionale 1/2022 attraverso la quale la Regione eroga misure di sostegno, dirette e indirette, volte allo sviluppo delle attività delle fattorie sociali e incentivi per il loro allestimento.
I risultati ottenuti nei primi anni di applicazione della legge sono stati illustrati nel corso della Commissione Politiche economiche, presieduta da Luca Giovanni Quintavalla. Tra questi, proprio l’iscrizione, nell’apposito elenco regionale, di sette fattorie sociali, che hanno soddisfatto i requisiti previsti dalla legge, come spiegato dalla struttura dell’assessorato all’Agricoltura. Altre sette hanno fatto già richiesta di iscrizione. Di queste, 4 sono in provincia di Reggio Emilia, 3 in provincia di Modena e 3 in provincia di Ravenna. Le province di Bologna, Ferrara, Parma e Piacenza contano ciascuna una fattoria sociale.
Per ottenere l’iscrizione all’elenco regionale, infatti, la norma prevede che l’imprenditore agricolo consegua un attestato di frequenza ad un corso per operatore di fattoria sociale: un corso di 80 ore, appositamente ideato e organizzato da un ente di formazione accreditato.
Sul fronte del sostegno economico, inoltre, sono stati stanziati 1,8 milioni di euro, nell’ambito della programmazione rurale 2023-2027, per un avviso pubblico che prevede contributi in conto capitale per le aziende agricole che intendano effettuare investimenti e creare, al loro interno, una fattoria sociale. L’avviso si è chiuso alla fine di marzo.
Priamo Bocchi (FdI) è critico. “L’agricoltura sociale è importante, gli obiettivi sono da sostenere, ma a fronte di oltre 53mila aziende censite, le sole sette iscritte nell’elenco sono una percentuale molto bassa. Un campanello d’allarme che ci dice che forse qualcosa non ha funzionato nella comunicazione e nel coinvolgimento delle aziende”. Alberto Ferrero (FdI) ha invece chiesto chiarimenti sulla dislocazione delle due fattorie nella provincia di Ravenna.
“Mi piace pensare agli aspetti positivi di questa legge – ha detto Marta Evangelisti (FdI) -, di una agricoltura che non si dedica solo alle sue esigenze produttive, ma si inserisce in un contesto sociale a sostegno delle persone fragili”. “E’ vero che i numeri però restituiscono una situazione migliorabile – specifica Evangelisti -. I progetti, inoltre, potrebbero essere utili anche per il reinserimento degli ex detenuti”.
Giudizio positivo da parte di Fabrizio Castellari (Pd). “Questo è l’incipit di una strada bella e positiva – ha detto -. I numeri potranno crescere e moltiplicarsi, in un territorio che ha nel suo dna il fare comunità e declinarla anche sotto questi aspetti”.
(Brigida Miranda)
La comunicazione istituzionale del Servizio informazione dell’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna dal 12 aprile 2024 è soggetta alle disposizioni in materia di “par condicio” (legge 28/2000)