Assicurare continuità assistenziale alle persone disabili al compimento dei 65 anni.
A chiederlo, in un’interrogazione, è Giuseppe Paruolo (Pd) che ricorda come “il 23 marzo scorso il Parlamento ha approvato una legge delega traccia i principi fondamentali di una riforma integrale del settore che verrà varata, nei tempi in essa previsti, anche in riferimento alle persone anziane non autosufficienti: tra i principi che il Governo deve rispettare nell’emanare i decreti attuativi di riforma, vi è quello che riguarda in particolare le persone con disabilità che abbiano compiuto i 65 anni di età: “al fine di favorire e sostenere le migliori condizioni di vita delle persone con pregresse condizioni di disabilità che entrano nell’età anziana, riconoscimento del diritto
ad accedere a servizi e attività specifici per la loro pregressa condizione di disabilità, con espresso divieto di dimissione o di esclusione dai servizi pregressi a seguito dell’ingresso nell’età anziana, senza soluzione di continuità”.
Paruolo ricorda anche che l’Assemblea legislativa ha approvato nel 2022 un atto di indirizzo che che impegnava la giunta ad attivarsi per ottenere che vengano cambiate le prassi organizzative e quei regolamenti comunali che ancora prevedono la revisione automatica del progetto personalizzato di assistenza domiciliare, diurna o residenziale al 65esimo anno di età e l’automatismo del trasferimento in altra struttura residenziale o diurna, facendo sì che il principio già presente nella programmazione regionale venga recepito da tutti i Comuni e
le persone con disabilità over 65 possano quindi scegliere di rimanere, compatibilmente ai propri bisogni e a quelli degli altri ospiti, nella soluzione residenziale, al proprio domicilio e nel centro diurno in cui si trovano, e a valorizzare le buone prassi già esistenti, in modo
tale che le esperienze positive possano non essere interrotte al compimento dei 65 anni, oltre che a sensibilizzare Comuni e Ausl sulla necessità di attivare progettualità specifiche sia per i giovani con disabilità sia per i più anziani, in modo tale da garantire una convivenza
armoniosa e arricchente”.
Paruolo ricorda come “sembra che nei Comuni della nostra regione, sia per prassi consolidate sia per interpretazioni fuorvianti delle disposizioni legislative e amministrative, si proceda talvolta con l’automatismo di trasferire d’ufficio le persone con disabilità dalle strutture
residenziali o dai centri diurni in cui si trovano in strutture per anziani, solo per il fatto di aver compiuto 65 anni di età: prova ne è quanto scritto in una mia recente interrogazione nella quale chiedevo conto del trasferimento di due persone con disabilità over 65 – operato contro la loro volontà da servizio sociale di Casalecchio, Azienda Usl e ASC InSieme – dal centro diurno “La Quercia” frequentato da una vita a un centro anziani. In caso di rifiuto a spostarsi in un centro anziani, l’alternativa sarebbe stata rimanere a casa, perché il centro
diurno avrebbe comunque impedito la frequenza ai due utenti disabili over 65”.
Da qui l’atto ispettivo per sapere dalla giunta “quali azioni intenda intraprendere per fare in modo che le disposizioni di legge contenute
nella legge delega del 2023 con l’espresso divieto di dimissione o di esclusione dai servizi pregressi a seguito dell’ingresso nell’età anziana vengano effettivamente attuate su tutto il territorio regionale e quali azioni intenda intraprendere per fare in modo altresì che venga data compiuta applicazione, senza alcuna distorsione, all’espressa previsione della legge delega per cui il diritto ad accedere a servizi e attività specifici per la condizione di disabilità al compimento dei 65 anni avvenga senza soluzione di continuità”.
Paruolo chiede inoltre “se l’esecutivo regionale abbia già intrapreso una campagna di comunicazione per far conoscere le disposizioni
contenute nella legge delega a tutti i distretti della regione”.
(Luca Molinari)